Estero

Protesi difettose e controlli carenti: è scandalo

Un'inchiesta giornalistica a livello mondiale porta alla luce una prassi che ha cagionato anche morti e feriti. Si confida su norme più stringenti

(foto Ti-Press)
27 novembre 2018
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Protesi difettose, morti, feriti e verifiche carenti: sta assumendo le dimensioni di un vero e proprio scandalo planetario la vicenda portata alla luce dell'unità investigativa del Tages-Anzeiger. Il quotidiano svizzero tedesco di pari passo a un'inchiesta giornalistica a livello internazionale ('Implant Files'), accende i riflettori su "studi clinici insufficienti, tempi di commercializzazione troppo brevi" e sul fatto che i dispositivi medici  – pacemaker, pompe per insulina, protesi di seno, anca, spalla o ginocchio e defibrillatori – non sono sistematicamente controllati dallo Stato, ma da enti privati. E non è finita qui: la stampa francofona – 24 heures e La Tribune de Genève – pubblicherà nei prossimi giorni i risultati di altre ricerche condotte in Svizzera.

I numeri dei danni che questa prassi avrebbe provocato, e a livello mondiale, sono impressionanti. Si parla di 82'000 morti, 1,7 milioni di feriti in dieci anni, e incidenti aumentati di cinque volte, secondo le stime dell'ICIJ  – l'International Consortium of Investigative Journalists, realizzato da più di 250 giornalisti in 36 paesi – negli Stati Uniti. In Francia, secondo i dati dell'Agence nationale de sécurité du médicament, il numero di incidenti relativi a questi impianti è raddoppiato in dieci anni: più di 18'000 casi nel 2017 e circa 158'000 incidenti in dieci anni, secondo Le Monde. In Belgio, dal 2013 sono stati registrati circa 3'800 'incidenti', ma secondo Le Soir il numero è "ampiamente sottostimato".

L'ICIJ è riuscito  a pubblicare un database parziale sulla base di 60mila avvisi di sicurezza registrati dalle autorità in oltre dieci nazioni, database pubblicato anche dal settimanale l'Espresso e che permette di individuare le protesi difettose.

 

 

A fare specie è anche la mancanza di trasparenza delle autorità sanitarie riguardo a quanto accaduto. Una banca dati europea, Eudamed, sarà messa online solo nel 2020, ma gli Stati membri non si sono ancora messi d'accordo sulle  informazioni da fornire.

In Svizzera, la nuova legge, che dovrebbe entrare in vigore nel 2020, annuncia un rafforzamento dei requisiti normativi. Insomma, i produttori dovranno dimostrare in modo più rigoroso l'utilità e l'idoneità dei prodotti ad alto rischio.

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