Estero

L'ira di Trump (anche) con Melania

Il presidente Usa se la prende con la first lady, che ha fatto silurare Mira Ricardel, collaboratrice di Bolton

Keystone
15 novembre 2018
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Donald Trump è su tutte le furie. Avvilito da come si sta mettendo la partita delle midterm, sempre più a favore dei democratici; assediato dalle indagini sul Russiagate, a cui il procuratore speciale Robert Mueller sta imprimendo un'accelerazione che minaccia l'inner circle del tycoon; isolato dagli alleati europei, che oramai lo trattano come un intruso.

Il presidente americano - racconta chi gli sta vicino - è più che mai irascibile, intrattabile, se la prende con chiunque incrocia nei corridoi e nelle stanze della West Wing. È forse "il momento peggiore", si spinge a dire qualcuno, da quando è stato eletto.

E la moglie Melania non sfugge all'ira del tycoon. La goccia che ha fatto traboccare il vaso nelle ultime ore è infatti il comunicato a sorpresa e senza precedenti con cui la first lady ha chiesto il siluramento di uno dei più alti funzionari della Casa Bianca, Mira Ricardel, la numero due del consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, ottenendo il suo allontanamento.

'Fired', licenziata: stavolta a pronunciarlo non è stato il boss ma sua moglie, che nemmeno lo ha informato, costringendolo a procedere e mettendo a rischio le sue relazioni con Bolton, uno dei pochi di cui si fida davvero. Mentre a un passo dall'addio sembra essere il capo dello staff John Kelly, a cui Trump tra l'altro non perdonerebbe la gestione della comunicazione sia nel dopo elezioni sia durante il suo viaggio in Francia.

La stampa parla di clima avvelenato, di intrighi di palazzo, di purghe in arrivo. E il tycoon è costretto a difendersi con un tweet, in cui assicura come alla Casa Bianca non ci sia alcun problema, lo dimostrano - afferma - i risultati: "Siamo invidiati in tutto il mondo", scrive, tornando a definire i media "disonesti" per le fake news che diffondono. Mentre nelle prossime ore è attesa la decisione della giustizia sulla causa intentata dalla Cnn (e appoggiata da tutti, anche dalla conservatrice Fox) con cui si chiede il reintegro immediato del reporter cacciato dalla Casa Bianca.

Vede tutto buio Trump in questa fase, dopo le esaltanti settimane di campagna elettorale che lo hanno riportato tra la "sua gente" e in cui ha giocato sul suo terreno preferito. Ma è deluso e frustrato per la vittoria dem alla Camera più netta del previsto e per lo stallo del riconteggio dei voti in due Stati chiave per le presidenziali del 2020, Florida e Georgia. Una corsa, quella verso la rielezione, che si fa sempre più complicata, con una parte del Congresso contro.

Così il presidente si trova di fronte a un gran dilemma, deve decidere come andare avanti, con quale linea politica. Mentre la speranza di un rilancio sulla scena internazionale, commentano i suoi, è ora tutta riposta sui prossimi auspicati incontri con Xi Jinping, Vladimir Putin e Kim Jong-un. Ancora una volta l'abilità nel gestire i rapporti diretti con gli altri potenti del mondo può dare una boccata d'ossigeno al tycoon.

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