Estero

Il Vaticano rinvia il voto anti-pedofilia, vescovi Usa ancora sotto tiro

Mentre a Baltimora le vittime del clero protestano, c'è chi vede lo spostamento come la volontà di Papa Francesco di dare una risposta più universale alla crisi

(Card. Daniel DiNardo (Keystone))
13 novembre 2018
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La richiesta del Vaticano di rinviare il voto su una serie di misure per combattere meglio gli abusi sessuali del clero è stata una doccia fredda per la riunione dei vescovi americani in corso fino a domani a Baltimora. Il presidente della Conferenza episcopale, cardinale arcivescovo di Galverston-Houston Daniel diNardo, ha espresso disappunto per la richiesta arrivata dopo una udienza con il papa sabato del nunzio a Washington Christophe Pierre e del cardinale canadese Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi. E' toccato a DiNardo annunciare la richiesta di cancellare il voto, sconvolgendo l'agenda concordata alla vigilia. "Noi stessi non siamo contenti di questo", ha spiegato poi DiNardo in conferenza stampa.

I vescovi Usa si sentono oggi doppiamente sotto tiro: da un lato per le azioni della magistratura in una decina di stati che hanno riaperto il dossier pedofilia puntando decisamente sul cover-up da parte delle gerarchie, dall'altro per il pressing della Santa Sede a rinviare le decisioni almeno fino alla riunione convocata da Papa Bergoglio in febbraio sulla crisi degli abusi. Molte spiegazioni sono state date sul rinvio del voto, tra chi sostiene che Papa Francesco punti a una risposta più universale alla crisi, non a misure decise a macchia di leopardo, e chi afferma che il Vaticano avrebbe fatto ai vescovi un favore per via delle discrepanze emerse tra alcune delle proposte e il diritto canonico. Il piano messo ai voti era stato finalizzato il 30 ottobre, dando alla Santa Sede poco tempo per studiarlo: "Ouellet gli ha fatto un favore - sostiene il sito Crux - chiedendo di raffreddare la situazione per evitare di venire 'impallinati' a Roma".

Oggi intanto la riunione della Conferenza è ripresa la discussione mentre fuori proseguivano le proteste con la lettura di nomi di vittime del clero che a causa delle molestie subite si sono tolte la vita. I prelati hanno anche ascoltato il duro attacco di Francesco Cesareo, presidente del gruppo di laici National Review Board, creato nel 2002 per rispondere alla crisi: "Oltre 130 vescovi, ha detto Cesareo, sono stati accusati nel corso della loro carriera non aver risposto alle accuse di molestie. Altri sono stati accusati di aver commesso abusi. Pochi ne hanno subito le conseguenze. Questo deve cambiare".

Intanto oggi Papa Francesco ha nominato segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fede mons. Charles Jude Scicluna, il quale conserva l'ufficio di arcivescovo di Malta. Scicluna è uno dei massimi esperti della Chiesa nella lotta alla pedofilia, i cui reati sono di competenza proprio dell'ex Sant'Uffizio. E' verosimile che questa nomina sia in vista della preparazione della riunione di febbraio tra il pontefice e i presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo, nella quale probabilmente verranno assunte decisioni senza precedenti.

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