Estero

L'agenzia Moody's ha abbassato il rating per l'Italia

Salvini e Di Maio hanno un problema e non è l’Ue

Keystone
19 ottobre 2018
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Moody’s ha tagliato il rating italiano abbassando la propria valutazione a Baa3. Non è una gran notizia, dato che tutti se l’aspettavano. Ma il problema, adesso, è capire se il nemico di Matteo Salvini è Luigi Di Maio, se quello di Di Maio è Salvini, e se di entrambi sono l’Unione europea o le agenzie di rating. Alla vigilia dell’annunciata ufficializzazione della bocciatura europea della “finanziaria del popolo”, i due seguitano a rimbeccarsi su tutto.

Intanto su ’sto benedetto decreto fiscale, nel cui testo di Maio ha intravisto l’azione di una “manina” che vi avrebbe introdotto un bel condono per evasori e riciclatori (Salvini: “Di Maio sapeva tutto del condono”. Di Maio: “Da bugiardo non voglio passare”). Ma anche sul Decreto Genova (ancora Salvini: “Se c’è dentro la sanatoria per gli abusi di Ischia, non ci sto”). Per non dire del Decreto sicurezza, per il quale i 5Stelle hanno pronti 81 emendamenti (Salvini, scusate: “Questo non è normale”). Che dunque il Consiglio del ministri convocato oggi dal suo “presidente” Conte possa servire a fare chiarezza è soltanto una ipotesi.

Con tutto che la riunione dovrebbe, in teoria, servire a concordare la risposta da inviare, entro lunedì, alle osservazioni della Commissione europea. La linea ufficiale è che il governo fornirà ulteriori spiegazioni ma nessuna correzione.

Per questo, i commissari  all’ordine del giorno della riunione di  martedì hanno inserito la discussione sul parere della manovra italiana, oltre all’esame delle lettere inviate di altri cinque Paesi che hanno ricevuto analoghi rilievi.

La Commissione, forte dell’appoggio dei governi della zona euro, vuole fare in fretta. E bocciare formalmente il  bilancio italiano il prima possibile. Ha due settimane dalla presentazione della manovra per bocciarla e chiederne una nuova. Le due settimane scadono il 30 ottobre, ma il presidente Juncker e i commissari Dombrovskis e Moscovici hanno deciso di accorciare i tempi. 

Prima della loro, giungerà  la valutazione di Standard&Poor’s. Anche questi non  vollero vedere l’arrivo del disastro nel 2008; e forse Salvini e Di Maio sperano che non vedano quello italiano?

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