Estero

Assassinio Khashoggi, tra bugie e mezze verità

Secondo la Cnn la Turchia ha saputo poco dopo l'annuncio della scomparsa del giornalista che era morto. Mentre Trump promette fermezza nei confronti di Ryad

19 ottobre 2018
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La Turchia ha saputo poche ore dopo la scomparsa che il giornalista saudita Jamal Khashoggi era morto. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti. Per quanto riguarda la posizione degli USA, alleati dell'Arabia Saudita, il segretario di Stato Mike Pompeo non ha ascoltato alcun audio relativo al giornalista. Lo afferma la portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Nauert, smentendo le indiscrezioni riportate da Abc, secondo le quali a Pompeo sarebbe stato fatto ascoltare l'audio e consegnata la trascrizione. Intanto per la prima volta  dopo 16 giorni dalla scomparsa a Istanbul del reporter saudita, il presidente americano Donald Trump in un'intervista al New York Times, basandosi sui risultati dell'intelligence, ha dichiarato: «È una brutta storia e le conseguenze saranno severe» se sarà provata la responsabilità di Riad. La monarchia starebbe però già correndo ai ripari e, sempre secondo il Nyt, sarebbe pronta a incolpare un alto funzionario dei servizi sauditi. Ai cronisti, ha assicurato lui stesso che il principe si è impegnato personalmente con il presidente a fare chiarezza. La Casa Bianca, scrive il Nyt, sarebbe inoltre già stata informata del nome che i sauditi vorrebbero sacrificare nella speranza di smorzare la crisi internazionale e alleggerire la posizione dell'erede al trono: si tratta, rivela il Nyt, del generale Ahemd al-Assiri, uomo di punta dei servizi sauditi e consigliere della corona. I sospetti di un tentativo di insabbiamento del caso, tuttavia, restano fondati. Da parte loro i tecnici della polizia scientifica turca hanno ispezionato per circa tre ore il minivan nero in dotazione al consolato saudita di Istanbul in cui il corpo di Jamal Khashoggi sarebbe stato trasportato alla vicina residenza del console dopo la probabile uccisione in consolato. Si tratta un Mercedes Vito con targa diplomatica, esaminato in cerca di possibili tracce di Dna o di sangue. Tra gli strumenti utilizzati, scrivono i media locali, c'è il Luminol, sostanza chimica in grado di rendere evidenti tracce ematiche non visibili a occhio nudo.Il mezzo sarebbe giunto nella residenza del console alle 15:09 del 2 ottobre, cioè poco meno di due ore dopo l'ingresso del reporter in consolato. Nel mirino delle indagini turche ci sono anche altri veicoli della missione diplomatica.

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