FRANCIA

Macron perde anche il ministro dell'Interno

Il motivo della rottura sarebbe la “mancanza di umiltà”. Gerard Collomb tornerà a candidarsi sindaco di Lione

18 settembre 2018
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Il "Titanic Macron" – come lo ha definito stasera un deputato della gauche radicale – continua a imbarcare acqua. Dopo Nicolas Hulot, se ne va l'altro pilastro, l'uomo da sempre più fidato di Emmanuel Macron, il ministro dell'Interno Gerard Collomb.

Torna a candidarsi sindaco a Lione, città da lui governata dal 2001 al 2017, ma il vero motivo è il dissidio ormai insanabile: "manca l'umiltà" è stata la critica del ministro che ha fatto infuriare il presidente.

Settantuno anni, Collomb era la figura del "saggio" e dell'uomo esperto della vecchia politica entrato a far da chioccia ai giovani della Republique en Marche. All'iniziativa di Macron, lui che da decenni era dirigente del Partito socialista, aveva aderito subito con entusiasmo. Nel suo ruolo di ministro dell'Interno aveva incarnato la stabilità e la fermezza, ma soprattutto l'assoluta lealtà con le linee guida del nuovo potere.

Che volesse tornare a Lione, da sempre suo feudo, dove la famiglia è sempre rimasta, si sapeva. Ma la sua uscita allo scoperto con un'intervista L'Express ha spiazzato molti, anche perché è lo stesso ministro ad annunciare le modalità e la tempistica della sua uscita: resterà in carica fino alle elezioni europee di maggio, poi si dedicherà alla campagna elettorale: "Sarò candidato a Lione nel 2020. Penso che i ministri che vogliono candidarsi debbano poter lasciare il governo dopo la battaglia delle europee".

Nessuna sorpresa, eppure - dopo l'addio del ministro più popolare, Nicolas Hulot - quello di Collomb fa ancora più male. Perché arriva al minimo della popolarità e perché soltanto pochi giorni fa, il 6 settembre, proprio lui aveva spiegato – in tv – i sondaggi negativi con la "mancanza d'umiltà", puntando il dito contro Macron: "In greco – aveva detto – c'è una parola, 'hubris', ed è la maledizione degli dei quando, a un certo punto, diventi troppo sicuro di te e pensi di poter vincere sempre".

Chiamato in causa, il presidente non ha gradito. Secondo informazioni di Le Parisien, una "cena segreta" - destinata al chiarimento definitivo - si è svolta alcune sere fa all'Eliseo, Macron e Collomb più Brigitte, la première dame particolarmente legata al ministro. "Gli ho detto quello che non andava bene e lui mi ha risposto" rivela il Parisien citando confidenze di Collomb, "il presidente si rende conto che i tempi sono duri, il primo anno è il più difficile, c'è una specie di entusiasmo collettivo".

"Non rimpiangeremo Collomb - ha twittato il deputato della sinistra radicale de La France Insoumise, Eric Coquerel - né lo rimpiangeranno i poliziotti, visto il modo in cui ha dato loro la colpa nel caso Benalla, ma il suo addio è un'ulteriore falla nel galleggiamento del Titanic Macron. Finirà per colare a picco".

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