Estero

La furia di Mangkhut fa ondeggiare i grattacieli

La tempesta sta scatenando tutta la sua forza. Morti e distruzione nelle Filippine, milioni di evacuati in Cina e caos a Hong Kong

Keystone
16 settembre 2018
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La furia di Mangkhut non ha lasciato scampo al suo passaggio nel sud-est asiatico: decine di morti e distruzione nelle Filippine, milioni di evacuati nella Cina meridionale e caos a Hong Kong, dove i grattacieli ondeggiano paurosamente.

Mentre in America Florence perde progressivamente forza, dopo aver ucciso quattordici persone, nel Pacifico occidentale Mangkhut da due giorni sta sprigionando tutta la sua forza. Il primo devastante passaggio sulla terraferma è avvenuto nelle Filippine, con venti fino a 205 chilometri l'ora nell'isola di Luzon, nel nord dell'arcipelago.

Al prezzo di decine di morti, oltre sessanta, senza contare una quarantina di dispersi. La maggior parte delle vittime si deve alle frane provocate dalle forti piogge generate dal tifone. In un villaggio, 34 persone sono rimaste sepolte da un diluvio di fango e pietre, che tra l'altro ostacolano i soccorritori. Per lo più minatori con le loro famiglie avevano cercato riparo in un vecchio edificio che è stato raso al suolo quando un pezzo di montagna è venuto giù. E ci sono sempre meno speranze di trovare vive alcune decine di persone intrappolate sotto i detriti.

L'ecatombe è stata scongiurata grazie alla massiccia evacuazione, quasi novantamila persone, disposta dalle autorità nei giorni scorsi. Ma le Filippine sono comunque in ginocchio, anche perché Mangkhut ha praticamente azzerato l'avvio della coltivazione del riso e del mais, costringendo gli agricoltori ad una corsa contro il tempo per salvare il salvabile.

Dopo aver travolto le Filippine, il tifone ha investito il sud della Cina. Per sfuggire alle sue frustate, con venti fino a 160 chilometri orari, ben due milioni e 400mila persone sono state trasferite in zone più sicure nella provincia di Guangdong, la più popolosa del paese, dove è stata diramata l'allerta rossa, il livello più alto.

Cinquantamila pescherecci sono stati richiamati in tutta fretta in porto. L'impatto sulla terraferma è stato violento, innescando mareggiate fino a tre metri e provocando le prime vittime, almeno due. Nel capoluogo Guangzhou gli abitanti hanno preso d'assalto i supermercati per rifornirsi di beni di prima necessità, prima di chiudersi in casa. Una quindicina i feriti a Macao, regione con amministrazione autonoma che vive di turismo e gioco d'azzardo. E che Mangkhut ha costretto a chiudere i casinò, per la prima volta nella sua storia.

Nell'altra enclave cinese, Hong Kong, le immagini dei grattacieli che ondeggiano restituiscono la dimensione del caos della tempesta. Negli altissimi ed avveniristici edifici commerciali in vetro e acciaio che costituiscono l'anima di questo polo finanziario mondiale, le finestre sono andate in frantumi, mentre miriadi di fogli di carta volteggiavano a spirale, prima di toccare terra tra i detriti.

Nel frattempo, il ministro della sicurezza avvertiva gli abitanti a "prepararsi al peggio", attendendo "venti e piogge di straordinaria velocità e intensità". Già i primi danni sono visibili, con tanti alberi sradicati, impalcature degli edifici in costruzione crollate, ampie zone della città allagate.

La tempesta ha sconvolto anche i collegamenti aerei: oltre 800 voli cancellati soltanto a Hong Kong, velivoli a terra anche a Guangzhou, da Shenzhen a Zhuhai. Nella zona sono stati fermati tutti i treni ad alta velocità e sono state chiuse anche altre tratte. Adesso la speranza è che Mangkhut, finora il tifone più potente dell'anno, si indebolisca a depressione tropicale entro martedì, mentre procede verso l'entroterra. Risparmiando così nuovi carichi di morte e distruzione.

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