Estero

La procura argentina indaga su Mauricio Macri

I reati ipotizzati sarebbero di abuso di autorità nel quadro della richiesta di aiuto al Fondo monetario internazionale

Proteste a Buenos Aires contro il governo (Keystone)
5 settembre 2018
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Il procuratore federale argentino Jorge di Lello ha aperto una procedura giudiziaria nei confronti del presidente Mauricio Macri per i presunti reati di abuso di autorità e violazione dei doveri di funzionario pubblico nel quadro dell’accordo firmato il 7 giugno scorso con il Fondo monetario internazionale (Fmi). Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Noticias Argentinas.

La procedura è uno sviluppo di una denuncia presentata dall’ex deputato Claudio Lozano e da Jonatan Baldiviezo, titolare dell’Osservatorio dei Diritti alla Città, in cui si sostiene che l’accordo con l’Fmi è stato ufficializzato nonostante non fosse previsto nella Legge di Bilancio e neppure avallato da una legge approvata dal Parlamento. Con Macri il procuratore ha imputato il capo del Gabinetto, Marcos Peña, il ministro delle Finanze, Nicolás Dujovne, ed il presidente della Banca centrale, Dante Caputo. Da parte sua il procuratore Di Lello ha chiesto al giudice di firmare una ordinanza cautelare che sospenda l’esecuzione dell’accordo con l’Fmi.

La misura è stata sollecitata dai denuncianti, precisa l’agenzia, affinché si intimi l’esecutivo dall’astenersi da futuri ritiri o sollecitazioni di fondi nel quadro dell’accordo, e anche dall’utilizzazione del denaro già trasferito dall’Fmi ai conti dello Stato nazionale. Fra le altre iniziative, la Procura ha chiesto al ministero dell’Economia la totalità delle risoluzioni attraverso cui il governo ha contratto debito per il Tesoro e la Banca centrale.

Attualmente, il ministro Dujovne si trova a New York negoziando con l’Fmi una accelerazione degli esborsi legati al prestito ’stand by’ di 50 miliardi di dollari ottenuto in giugno, in cambio di forti misure di austerità e risparmio da parte del governo argentino, impegnato a controllare una crisi economica che ha portato ad una svalutazione del peso contro il dollaro di oltre il 35% nell’ultimo mese.

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