Estero

In vetta al Monte Bianco solo con un permesso dal 2019

Un accordo tra lo Stato francese, il comune di Saint-Gervais, la gendarmeria e altre organizzazioni intende limitare il numero di scalatori

Foto: Alessandro Cantamessa
4 settembre 2018
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Basta folle sulle pendici del Monte Bianco: se oggi, lungo la via 'normale' dal versante francese (quella del Gouter, la più frequentata), salgono verso la vetta tra i 300 e i 500 alpinisti in media al giorno, con punte fino a 1'000 nei fine settimana, dal 2019 il numero degli scalatori è destinato a ridursi notevolmente. È il risultato di un accordo tra lo Stato francese, il comune di Saint-Gervais, le guide alpine, la gendarmeria e il club alpino francese.

L'intesa - che deve ancora essere formalizzata - prevede l'introduzione dalla prossima estate di un 'permesso' per salire ai 4'810 metri della vetta. La quota massima di scalatori autorizzati al giorno è di 214, pari ai posti letto del rifugio del Gouter, dove la prenotazione continuerà a essere obbligatoria.

Esulta Jean-Marc Peillex, sindaco di Saint-Gervais, da sempre in prima linea per la regolamentazione degli accessi sul Monte Bianco: "Sono fiero di annunciare che dal 2019 il Monte Bianco non sarà più oltraggiato. È una giornata storica per questa montagna". Più cauto il prefetto Pierre Lambert, che ha precisato come "i contorni giuridici di questa misura dovranno essere oggetto di una seria analisi tecnica".

A vigilare sul rispetto del provvedimento sarà una brigata predisposta dal comune, con agenti autorizzati a emettere contravvenzioni ai trasgressori.

Non sarà invece necessario il permesso per itinerari classici come la via normale sul versante italiano (passando dal rifugio Gonella) o le vie dei Grands Mulets o dei Trois Mont Blanc in territorio francese.

Per il rinomato alpinista italiano Reinhold Messner "il problema è che c'è troppa gente sul Monte Bianco, è difficile che senza un'organizzazione queste masse possano essere controllate. Purtroppo l'alpinismo sul Bianco è diventato alpinismo di pista e così ci sono migliaia di persone che vogliono salire. Non è il mio alpinismo".

"Il Monte Bianco solo per chi pernotta in rifugio e solo con un permesso - osserva Hervé Barmasse, scalatore valdostano - significa una montagna elitaria. La libertà di scalare e di essere liberi è a rischio. Queste sono leggi per evitare di fare cultura".

L'accordo arriva alla fine dell'ennesima estate turbolenta in alta quota, con numerosi incidenti ma anche con alcuni episodi incresciosi: pugni e insulti a guide alpine (colpevoli di far notare agli alpinisti i comportamenti scorretti), il tentativo di portare un cane sulla vetta, una tenda piantata sulla cima, aspiranti scalatori senza ramponi, spesso slegati, o addirittura in scarpe da ginnastica su una cresta ghiacciata. E ancora guide abusive, alpinisti sorpresi a riposarsi su un pericoloso ponte di neve, il bivacco Vallot 'occupato' per giorni da una ventina di scalatori.

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