Estero

Migranti, continua lo stallo della Diciotti nel porto di Catania

A bordo della nave, attraccata da ormai quattro giorni, ci sono ancora 150 persone. I ministri dell'Interno e degli Esteri sollecitano un intervento da parte degli stati membri dell'Ue

24 agosto 2018
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Tutto tace nel porto di Catania, dove da quattro giorni è attraccata la nave Diciotti con a bordo 150 dei 190 migranti soccorsi al largo di Lampedusa. Dal pattugliatore della Guardia costiera due giorni fa sono stati sbarcati 27 minorenni non accompagnati. A bordo ci sono ancora 130 eritrei, 10 migranti delle Isole Comore, sei bengalesi, due siriani, un egiziano ed un somalo. Alcune di loro sono donne. Oggi alle 10 nel porto è in programma un presidio della Confederazione Generale Italiana del Lavoro Sicilia. Anche stamane sul molo di Levante è presente solamente personale della Guardia Costiera, Polizia di Stato, Guardia di finanza e carabinieri. Nessun volontario o appartenenti alla Protezione civile per l'assistenza allo sbarco. Sulla città è previsto un allerta meteo arancione. 

Salvini non cede: «Noi la nostra parte l'abbiamo già fatta»

Una situazione delicata su cui Matteo Salvini non intende cedere un centimetro. «Ostaggi? Gli ostaggi da troppo tempo sono gli italiani degli immigrati e dell'Europa – ha detto il minstro dell'Interno in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera –. Con questo governo non lo saranno più. È finita un'epoca». E come se ne esce? «Con un bell'aereo che arriva da una delle capitali europee all'aeroporto di Catania. Gli europei – ha continuato Salvini – dimostreranno il loro cuore grande caricando tutti gli aspiranti profughi. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta con i giovani». Oggi l'Europa si riunirà sul tema. «L'Europa deve sapere che il governo italiano è irritato», ha ribadito il ministro dell'Interno. «L'Italia è contribuente dell'Europa per circa 6 miliardi l'anno. Ne abbiamo in cambio problemi su pesca, agricoltura, turismo, commercio, banche». Anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi invoca un aiuto da parte degli Stati Ue. «Per anni l'Italia ha salvato migliaia di vite umane e gli altri Stati europei lo hanno ampiamente riconosciuto in più occasioni – ha detto Moavero Milanesi –. Noi chiediamo che alle belle parole seguano fatti e atti concreti, di reale solidarietà. La nave Diciotti ha salvato quasi duecento persone. Ci saremmo aspettati un'effettiva e più rapida collaborazione degli altri Stati Ue per arrivare, il prima possibile, alla soluzione migliore».  

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