Estero

Brasile, è ufficiale: Lula torna in pista (dal carcere)

L'ex presidente, condannato per corruzione e riciclaggio e attualmente detenuto, però difficilmente potrà avere il via libera dal Tribunale supremo elettorale

Keystone
16 agosto 2018
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Migliaia di manifestanti hanno accompagnato oggi i leader del Partito dei Lavoratori (Pt) che si sono recati alla sede centrale del Tribunale Supremo Elettorale (Te) per registrare la candidatura di Luis Inacio Lula da Silva alle elezioni presidenziali del prossimo 7 ottobre, poco prima della fine della scadenza per l'iscrizione dei candidati. Nella notte svizzera, la candidatura di Lula è stata registrata dalla presidente del Pt, Gleisi Hoffmann, il candidato vicepresidente del partito, Fernando Haddad, e Manuela D'Avila, la deputata del Partito Comunista del Brasile (PcdoB) che potrebbe diventare la vice candidata se il Tse, come è probabile, respingerà la candidatura dell'ex presidente.

"Ognuno di voi deve diventare la mia voce finché sarò prigioniero" ha detto Lula ai suoi simpatizzanti - 50 mila secondo il Pt, 10 mila secondo la polizia - in una lettera che è stata letta al termine della manifestazione di appoggio all'ex presidente, una lunga carovana che è arrivata ieri a Brasilia. Lula - rinchiuso dallo scorso aprile in un carcere di Curitiba, dove sconta una pena di 12 anni per corruzione e riciclaggio - ha ripetuto che è vittima di una "persecuzione giudiziaria", condannato "senza prove", sottolineando che "non voglio favori, voglio giustizia: non cambio la mia dignità per la mia libertà". La candidatura dell'ex presidente potrebbe essere respinta dal Tse in base alla cosiddetta "legge della scheda pulita", che dispone che una persona condannata in seconda istanza da un tribunale collegiale - come è appunto il caso dell'ex presidente - non possa presentarsi come candidato.

Il Pt sembra però deciso a portare avanti la candidatura di Lula fino all'ultimo momento possibile, anche perché i sondaggi indicano che, senza il suo nome sulla scheda, le intenzioni di voto per il partito diminuiscono drammaticamente. Anche per questo Sergio Moro - il magistrato che ha condannato Lula nel processo di primo grado - ha annunciato oggi che posticiperà il suo prossimo interrogatorio dell'ex presidente, per un'altra causa di corruzione, fino a dopo le elezioni di ottobre, per evitare che possa essere usato come propaganda elettorale dal Pt.

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