Estero

Skripal, i britannici plaudono alle sanzioni; i russi no

Londra: 'Comportamento provocatorio e sconsiderato, non resterà incontrastato'; Mosca: 'non esiste una sola prova'

(Punti di vista)
9 agosto 2018
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Il governo britannico plaude all’annuncio del Dipartimento di Stato americano sulle sanzioni che intende imporre a Mosca per il caso del tentato avvelenamento, avvenuto in Inghilterra, dell’ex spia doppiogiochista russa Serghiei Skripal e di sua figlia Yulia. "La forte reazione internazionale all’uso di un’arma chimica nelle strade di Salisbury manda un messaggio inequivocabile alla Russia: che il suo comportamento provocatorio e sconsiderato non resterà incontrastato", si legge in una nota del Foreign Office. Secondo analisti citati dai media, l’iniziativa a sorpresa degli Usa potrebbe essere un modo, concordato con Londra, per contribuire a far pressione sul Cremlino in vista della preannunciata richiesta di estradizione da parte delle autorità britanniche di due presunti sospetti russi, che sarebbero stati individuati nelle indagini sul caso Skripal. Il governo May ha accusato dall’inizio "lo Stato russo" d’essere dietro l’attacco, cosa che Mosca ha sempre categoricamente smentito.

L'ambasciata russa negli Usa accusa gli Stati Uniti di non aver fornito alcuna prova che possa giustificare le nuove sanzioni contro Mosca annunciate per il tentato avvelenamento in Gran Bretagna dell'ex spia doppiogiochista russa Serghiei Skripal e di sua figlia Iulia. "L'otto agosto 2018 - fa sapere l'ambasciata russa - il vice capo della nostra missione è stato informato dal Dipartimento di Stato delle nuove sanzioni draconiane contro la Russia per le accuse inverosimili sull'uso da parte del governo russo dell'agente nervino 'Novichok' contro il cittadino britannico Serghiei Skripal e sua figlia Iulia. Siamo sempre più abituati a non sentire fatti o prove". Secondo l'ambasciata russa, inoltre, gli americani non avrebbero risposto alle richieste di chiarimenti da parte di Mosca "sostenendo che si tratti di informazioni riservate". Infine, i russi affermano di aver "proposto" agli Usa di "pubblicare gli scambi di corrispondenza su questo tema", ma di non aver finora ricevuto risposta.

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