Estero

Rifiutò le cure (anche) allo Iosi. Caso Bottaro: genitori a processo

La sentenza di assoluzione era stata ribaltata in Appello. I genitori di Eleonora sono accusati di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento

20 luglio 2018
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La breve vita di Eleonora Bottaro, la studentessa di Bagnoli (Padova) morta due anni fa di leucemia dopo aver rifiutato la chemioterapia, in quanto sia lei che i genitori sono seguaci del medico tedesco Ryke Geerd Hamer, sarà discussa il prossimo 25 ottobre, dopo che la Corte d'Appello di Venezia ha ribaltato la sentenza di assoluzione pronunciata dal gup Mariella Fino del Tribunale di Padova che aveva sentenziato il non luogo a procedere “perché il fatto non costituisce reato”. Sentenza appellata dalla procura padovana.

Nell'ottobre prossimo saranno processati i genitori della giovane che nel 2016, quando scoprì di avere la leucemia, aveva 17 anni. Lino Bottaro e la moglie Rita Benici sono accusati di un reato con pochi precedenti in Italia: omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento. I due coniugi collegavano la leucemia di Eleonora alla morte prematura del figlio Luca, stroncato nell'estate del 2013 a 22 anni da un aneurisma mentre era in vacanza a Folgaria.

Nonostante i medici dell'Oncoematologia pediatrica di Padova, incominciando dal direttore Giuseppe Basso, in prima linea su questo caso (''Eleonora poteva guarire''), avessero garantito l'80% di possibilità di superare e vincere la malattia se fosse stato osservato il protocollo ufficiale, i genitori della giovane studentessa decisero ricoverarla nel reparto di pediatria dell'ospedale San Giovanni di Bellinzona. Una scelta per sottrarsi alla legislazione italiana che per i pazienti minorennni prevede l'obbligo di seguire le terapie previste dalla medicina tradizionale. A Bellinzona Eleonora era stata curata con dosi di cortisone e non con cure a base di vitamina C, secono il metodo del medico tedesco che – radiato dall'Ordine nel 1986 – è deceduto lo scorso anno. Anche in Ticino la ragazza aveva rifiutato di seguire i protocolli che le avrebbero offerto buonissime possibilità di guarigione. La decisione della Corte d'Appello di Venezia si basa soprattutto sulle valutazioni dei medici che hanno avuto in cura Eleonora.

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