Estero

Sud Sudan: violenze sessuali dei soldati sulle donne

In un rapporto dell'Alto Commissario delle Nazioni unite per i diritti dell'uomo vengono descritti abusi, impiccagioni e villaggi dati alle fiamme

Keystone
11 luglio 2018
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Violenze sessuali di gruppo su donne e bambine, abusi, impiccagioni, villaggi dati alle fiamme. Questi gli orrori descritti in un rapporto dell’Alto Commissario delle Nazione Unite per i diritti dell’uomo, Zeid Ra’ad al-Hussein, sulla situazione in alcune zone del Sudan del Sud che ’’possono essere considerati crimini di guerra’’. Il documento analizza fatti accaduti in zone controllate dall’opposizione, come Mayendit e Leer, ad opera di gruppi di giovani soldati delle forze di governo. Nelle violenze messe in atto tra il 16 aprile e il 24 maggio, sarebbero stati uccisi almeno 230 civili.

Anziani e persone handicappate sarebbero state arse vive nelle loro case, alcune donne sarebbero state impiccate e altri civili uccisi mentre fuggivano. Oltre 120 tra donne e ragazze sono state vittime di violenza di gruppo. ’’La violenza sessuale – spiega il rapporto – è stata utilizzata come arma di guerra’’ anche su una bambina di 4 anni.

Sono tre gli ufficiali che sarebbero stati identificati come i principali responsabili. Il rapporto rileva anche come le stesse forze di opposizione hanno ugualmente causato con le loro azioni vittime civili. Dalle violenze non sono rimasti indenni neppure gli operatori umanitari, sono stati infatti tre i morti tra loro. Per questo l’Alto Commissario sollecita: ’’i colpevoli non devono rimanere impuniti’’. ’’Il Governo del Sudan del Sud e la comunità internazionale devono garantire la giustizia nel Paese’’, ha aggiunto Zeid sollecitando l’operatività del tribunale ibrido per il Sudan del Sud.

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