La protesta contro il governo Macrì ha paralizzato il trasporto pubblico. Non ci sono voli nazionali; chiusi anche banche, scuole, porti e stazioni di servizio
Oggi in Argentina si realizza il terzo sciopero generale contro il governo di Mauricio Macri, che vede l’adesione del settore del trasporto pubblico e dei suoi utenti, e la maggioranza dei sindacati affiliati alla Confederazione Generale del Lavoro (Cgt).
Lo sciopero, convocato anche dalla sigla Centrale dei Lavoratori dell’Argentina (Cta), di centro-sinistra, avrà una durata di 24 ore. La protesta ha completamente paralizzato il trasporto pubblico: non ci sono bus e metropolitana e difficilmente si vedono taxi nella città di Buenos Aires.
Come conseguenza della protesta non ci sono voli nazionali, e le banche, scuole, porti e stazioni di servizio sono chiusi, mentre per i negozi è prevista una diversa adesione. Negli ospedali sono mantenute solo le attività di emergenza.
Lo sciopero vuole chiedere il cambiamento delle politiche economiche del governo ed è stato convocato per rifiutare il "brutale aggiustamento" imposto dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che ha concesso un prestito di 50 miliardi di dollari al governo argentino per rispondere a una crisi monetaria che ha portato il dollaro a circa 28 pesos e ha scatenato un aumento dell’inflazione.
A differenza delle prime due convocazioni, lo sciopero di oggi sarà senza manifestazioni. Tuttavia, i sindacati di sinistra hanno annunciato che bloccheranno le principali vie d’accesso alle grandi città dell’Argentina, in particolare a Buenos Aires.