Estero

Accordo sul nucleare, è muro contro muro tra Iran e Usa

Donald Trump uscirà dall'intesa sull'atomo a meno di una rinegoziazione. Per Teheran non c'è però nessun margine per una trattativa

Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif (Keystone)
3 maggio 2018
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È muro contro muro tra Usa e Iran. E se il presidente americano Donald Trump dovesse davvero decidere la prossima settimana di uscire dall'accordo sul nucleare a meno di una rinegoziazione, Teheran ha già fatto sapere che non c'è alcun margine per una nuova trattativa, mentre il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres denuncia una pericolosa escalation della tensione.

È stato il ministro degli Esteri Javad Zarif, in un intervento video, a scandire che l'Iran non "rinegozierà o integrerà" l'intesa internazionale sottoscritta nel 2015 con il gruppo '5+1', i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu (Cina, Francia, Russia, Gb, Usa) più la Germania, oltre all'Unione europea (Ue). Il programma missilistico di Teheran non può essere oggetto di negoziato internazionale, a integrazione dell'accordo sul nucleare, per un motivo tanto semplice quanto ovvio: è una questione interna che riguarda la sicurezza del Paese. Prendere o lasciare. Posizione dura, anche alla luce dell'irritazione provocata dalle accuse del premier israeliano Benyamin Netanyahu su presunte violazioni dell'accordo, accolte con giubilo da Trump e respinte al mittente dall'Ue e dall'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica).

Ma la tensione sale e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres mette in guardia. "Ci aspettano tempi molto pericolosi", afferma parlando alla Bbc. Poi difende il trattato come una "importante vittoria della diplomazia" che non va cancellata senza "una valida alternativa". Da Mosca, il ministro degli Esteri Russo Sergei Lavrov si allinea sostanzialmente sulle posizioni di Francia e Germania: alte le probabilità che i documenti in possesso degli israeliani riguardino vecchie attività e, comunque, "tali documenti devono essere immediatamente consegnati all'Aiea" per tutte le verifiche del caso.

Il rischio che la riproposizione delle sanzioni da parte Usa faccia saltare il banco e il lavoro di anni allarma Bruxelles, che è già al lavoro in previsione del peggio. Fonti europee fanno trapelare che l'Ue sta pensando a misure per tentare di convincere l'Iran a continuare a rispettare l'accordo anche se gli Usa ne uscissero. Compito arduo, anche perché il presidente Hassan Rohani si troverebbe nella scomoda posizione di spiegare ai molti nemici interni le ragioni di un 'cedimento' non facile da giustificare. E l'Europa si preoccupa delle ripercussioni sulle proprie imprese - che si sono già parecchio esposte in Iran - di una eventuale riproposizione delle sanzioni da parte Usa. "Stiamo lavorando su una serie di proposte per proteggere compagnie e operatori europei", affermano fonti diplomatiche Ue. Ma la partita è tutta nelle mani di Trump.

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