Estero

Il Papa si vergogna dei casi di pedofilia in Cile

’Mea culpa’ per il caso Osorno, vescovo accusato di aver coperto un abusatore. La Conferenza episcopale: 'Forse non abbiamo fatto abbanstanza'

(Keystone)
11 aprile 2018
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Papa Francesco ha preso le sue decisioni sul dossier cileno e per questo ha deciso di convocare i vescovi a Roma. Come anche ha invitato le vittime di pedofilia da parte del clero in Vaticano per chiedere a tutti scusa. E’ questo il messaggio della lettera inviata ai vescovi del Cile sulla questione della pedofilia perpetrata e coperta da religiosi. L’incontro con i vescovi a Roma si terrà nella terza settimana di maggio. Forse anche prima quello con le vittime. Il Papa parla senza mezzi termini di "vite crocifisse". "Confesso che questo mi causa dolore e vergogna". Il pontefice, che nel corso della visita in Cile all’inizio dell’anno era anche stato contestato per la gestione di alcuni casi, a partire da quello del vescovo di Osorno, mons. Juan Barros, accusato di aver coperto l’abusatore seriale, il rev. Fernando Karadima, nella lettera diffusa stasera fa anche un chiaro ’mea culpa’: "Per quanto mi riguarda, riconosco e voglio trasmetterlo fedelmente, che sono incorso in gravi errori di valutazione e percezione della situazione, in particolare per mancanza di informazioni veritiere ed equilibrate. D’ora in poi, mi scuso con tutti quelli che ho offeso e spero di poterlo fare personalmente, nelle prossime settimane, negli incontri che avrò con rappresentanti delle persone intervistate".

Le sei cartelle firmate da Papa Francesco e indirizzate ai vescovi cileni, riuniti nella loro assemblea plenaria a Punta De Tralca, sono durissime ma l’obiettivo è quello di "riparare lo scandalo e ristabilire la giustizia", dice il Papa chiedendo a tutti i prelati la massima "collaborazione" e "assistenza". E’ evidente che le 64 testimonianze a lui riportate da mons. Charles Scicluna, in un dossier di 2.300 pagine, lo hanno convinto. D’altronde l’inviato, l’arcivescovo di Malta che è il maggiore esperto di Chiesa nell’investigazione dei casi di pedofilia, coadiuvato nella missione da mons. Jordi Bertomeu Farnos, officiale della Congregazione per la dottrina della fede, ha riferito al Papa di essere stato "sopraffatto dal dolore di così tante vittime di gravi abusi" da parte di persone consacrate "contro minori ai quali – sottolinea il pontefice – è stata derubata l’innocenza".

Stamane nei media cileni era comparsa la notizia che, a parte il noto caso del vescovo di Osorno, gruppi di laici chiedono le dimissioni anche di altri vescovi, tra i quali Horacio Valenzuela, titolare di Talca, e Tomislav Koljatic, vescovo di Linares. Il Papa non ha chiesto le dimissioni nella lettera, come invece era atteso da alcuni media locali. Li vuole vedere in faccia a Roma e comunicare le sue decisioni. In un passaggio della lettera Papa Francesco ringrazia anche i media che hanno "trattato con grande professionalità un caso così delicato". Il presidente della Conferenza episcopale del Cile, mons. Santiago Silva, ha assicurato che anche l’episcopato condivide "il dolore del Papa". "Forse non abbiamo fatto tutto quanto avremmo dovuto. Nostro impegno è che cose del genere non si ripetano mai più". Quanto al passaggio in cui il Papa dice di non aver ricevuto una informazione sufficiente sul dossier, e di essere per questo incorso in "errori gravi di valutazione", il presidente dei vescovi commenta che non si riferiva a loro.

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