Brasile

Brasile, Lula sempre più vicino al carcere. Ordinato l'arresto

Il Supremo tribunale federale ha respinto la richiesta dei legali dell'ex presidente. Domani alle 17 l'arresto

Foto Keystone
5 aprile 2018
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Dura sconfitta per Lula Da Silva: il Supremo tribunale federale del Brasile ha respinto la sua richiesta di habeas corpus e ora l’ex presidente brasiliano rischia di finire in prigione, dove deve scontare una condanna a 12 anni per corruzione malgrado continui a denunciare di essere vittima di un complotto golpista. Una possibilità che si fa molto concreta, visto che il giudice Sergio Moro gli ha già ordinato di costituirsi alla polizia federale domani alle 17 locali (le 22 in Svizzera) per essere arrestato.

Una decisione 6 contro 5

Al termine di un’estenuante udienza durata più di dieci ore, con il Paese con il fiato sospeso, il Tribunale ha deciso per un solo voto, 6 contro 5: decisivo è stato quello della giudice Rosa Weber, che ha scelto di respingere la richiesta presentata dai legali di Lula. L’ex presidente chiedeva fosse sospesa la pena che gli è stata inflitta – 9 anni in prima istanza a Curitiba, diventati 12 in appello a Porto Alegre – per corruzione passiva e riciclaggio finché i suoi legali non avessero esaurito ogni possibile ricorso contro la condanna.

La sentenza spalanca così a Lula le porte del carcere. I suoi avvocati hanno tempo fino a martedì prossimo per presentare un nuovo ricorso, ma è dato per scontato che sarà velocemente respinto. Questo significa che probabilmente già la settimana prossima il caso tornerà nelle mani di Sergio Moro – il magistrato diventato il simbolo delle inchieste anti-corruzione in Brasile – che potrà chiedere che la pena inflitta all’ex presidente diventi esecutiva, ordinando la sua incarcerazione.

 

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