Estero

Macedonia, il presidente non firma la legge sulle lingue

Ieri il parlamento dell'ex repubblica jugoslava ha approvato una norma che prevede d'introdurre l'albanese quale seconda lingua nazionale

Foto Keystone
15 marzo 2018
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Il presidente macedone Gjorgje Ivanov ha detto oggi che non firmerà la legge sulle lingue approvata ieri dal parlamento e in base alla quale l’albanese diventa seconda lingua ufficiale nel Paese ex jugoslavo. Per Ivanov infatti la procedura per l’adozione del provvedimento sarebbe stato non conforme alla Costituzione, dal momento che si è passati al voto senza l’esame degli emendamenti presentati dall’opposizione conservatrice (ben 35’000). Con la stessa eccezione di incostituzionalità, Ivanov si era rifiutato di firmare la legge in questione a metà gennaio, dopo la sua prima approvazione in parlamento.

Minoranza albanese: il presidente violerebbe Costituzione

Secondo il presidente del parlamento Talat Djaferi, esponente del partito Dui della minoranza albanese, sarebbe il presidente a violare la costituzione nel caso non dovesse firmare la legge. Ieri il voto in aula era avvenuto in una situazione di alta tensione politica, e si era rischiato lo scontro fisico tra Djaferi e Nikola Gruevski, ex premier ed ex leader del partito conservatore Vmro-Dpmne, fortemente contrario a dare all’albanese il ruolo di seconda lingua ufficiale. Contro la legge avevano manifestato centinaia di persone fuori dal parlamento.

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