Statu Uniti

Usa, traballano altri ministri, mentre la politica estera vira a destra

Dopo l'allontanamento di Rex Tillerson, in bilico anche Session e McMaster. E con Pompeo gli esteri si tingono di tinte forti

Mike Pompeo (Foto Keystone)
13 marzo 2018
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l licenziamento di Rex Tillerson, nell'aria da mesi per il cattivo rapporto tra lui e il presidente, arriva poche ore dopo che il capo della diplomazia Usa si era schierato a fianco di Londra concordando con le conclusioni della premier del Regno Unito Theresa May che la Russia è "molto probabilmente responsabile" dell'avvelenamento dell'ex spia russa e della figlia.

E il terremoto all'interno dell'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump potrebbe non essere finito. Questa settimana - riporta il New York Times citando fonti vicine alla Casa Bianca - si attendono infatti nuove scosse, non proprio di assestamento. All'orizzonte infatti ci sarebbero altri avvicendamenti in ruoli chiave. Il quotidiano non fa al momento ipotesi, ma nelle ultime settimane più volte sono state date in bilico soprattutto la posizione del ministro della Giustizia Jeff Sessions e quella del consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca H.R. McMaster.

Intanto, con l'arrivo di Mike Pompeo, la politica estera americana è destinata a virare bruscamente a destra, tingendosi di quelle tinte forti che tanto piacciono al presidente americano Donald Trump. Pompeo è infatti un fidato amico di Israele e un acerrimo avversario dell'accordo con l'Iran; un 'falco' intransigente sulla Corea del Nord e uno strenuo sostenitore di Guantanamo. E ancora, un ultraconservatore che vede come il fumo negli occhi Barack Obama e Hillary Clinton e un duro che per il 'traditore' Edward Snowden vorrebbe la pena di morte

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