Estero

Giro di vite del presidente francese Macron sui migranti

Tra le misure contestate, più giorni di detenzione (dagli attuali 45 a 90) ed espulsioni più spedite per chi non ottiene l'asilo

Macron (foto Keystone)
21 febbraio 2018
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La Francia di Emmanuel Macron cambia passo sui migranti, annunciando un arsenale di misure per incrementare i giorni di detenzione e l’effettiva espulsione di chi non ottiene l’asilo. Il ministro dell’Interno, Gérard Collomb, ha presentato oggi in Consiglio dei ministri il progetto di legge sull’asilo e l’immigrazione, già contestato nei mesi scorsi da avvocati, militanti per i diritti civili e Ong. Provvedimento che rischia di spaccare la maggioranza nel dibattito previsto il prossimo aprile in parlamento. Già oggi, diverse manifestazioni di protesta si sono tenute nella rive gauche parigina e davanti al Consiglio di Stato. Il testo viene percepito come un delicato esercizio di equilibrismo tra "umanità" e fermezza", le due parole chiave ripetute come un mantra da Macron, il presidente quarantenne che promette di migliorare l’accoglienza di chi fugge da guerra e carestie, incrementando al tempo stesso le espulsioni contro i cosiddetti "migranti economici".

Tra le misure principali del progetto di legge figura la stretta sulla durata di detenzione nei centri di custodia temporanea, che verrà estesa dagli attuali 45 giorni a 90, rinnovabili. Per l’esecutivo si tratta di una misura indispensabile per rendere più efficaci le espulsioni o il riaccompagnamento verso i Paesi Ue di primo arrivo. Secondo le nuove norme, saranno inoltre possibili sanzioni penali – probabilmente fino a un anno di carcere – per chiunque varcherà illegalmente il confine.

C’è poi l’impegno di Parigi a ridurre i tempi di ottenimento dell’asilo a meno di 6 mesi contro gli attuali 11 mesi: una proposta ritenuta irrealizzabile da molti addetti ai lavori. Chi gode di una protezione sussidiaria potrà inoltre beneficiare di un permesso di soggiorno di quattro anni contro gli attuali dodici mesi che, in prospettiva, potrà diventare un titolo di residente. Al tempo stesso, Parigi conta di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro di chi l’asilo lo ha ottenuto, e la cosiddetta "immigrazione selettiva", in particolare, per gli studenti che vogliono restare in Francia. Come anche i ricongiungimenti familiari, ai quali dice no con forza l’opposizione di destra.

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