Estero

Usa vota il compromesso contro un nuovo shutdown

Trovato l'accordo per un bilancio che aumenta la spesa di circa 300 miliardi di dollari. Ma il Congresso dovrà approvare un altro provvedimento

8 febbraio 2018
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Il Congresso Usa vota nell’ultimo giorno utile per evitare un nuovo shutdown dopo aver trovato un accordo bipartisan al Senato per un bilancio biennale che aumenta la spesa di circa 300 miliardi di dollari. E un impegno pubblico dello speaker della Camera Paul Ryan ad affrontare il problema dei Dreamer, dopo che la settantesettenne leader democratica Nancy Pelosi, indossando un impeccabile tailleur panna e scarpe con i tacchi, aveva perorato appassionatamente la loro causa con un intervento in aula di oltre otto ore, un record nella storia della Camera Usa.

Al Senato, dove la risicatissima maggioranza dei repubblicani (51 a 49) richiede il sostegno dei democratici, i leader dei due partiti avevano deciso di negoziare solo sul budget, tenendo separata la questione dei dreamer che aveva causato il primo shutdown dell’amministrazione Trump. Un accordo di compromesso, secondo le prime indiscrezioni dei media: da un lato accontenta Trump e il Grand old party, aumentando le spese militari di 80 miliardi di dollari nel 2018 e di 85 l’anno dopo; dall’altro i dem, con un incremento pressoche’ analogo (rispettivamente 63 mld e 68 mdl) delle spese non militari, come la lotta agli oppiacei, la copertura medica dei bambini poveri e gli investimenti in infrastrutture. Oltre a 90 miliardi di dollari per i danni causati da uragani e incendi in vari stati Usa, capitolo di spesa cui tenevano entrambi i partiti.

Un compromesso "benedetto" da Trump su Twitter, nonostante l’assenza dei fondi per il Muro e per il giro di vite sull’immigrazione. Del resto neppure i dem portano a casa certezze sui Dreamer.

Ma le incognite si erano profilate alla Camera, dove la Pelosi aveva preannunciato di votare contro ogni accordo che non prevedesse un impegno sui dreamer, di cui aveva letto numerose storie toccanti. Un modo per arginare eventuali critiche dall’ala liberal del partito ma forse anche per costringere Ryan ad uscire allo scoperto. Come è successo. "Superi ogni diffidenza chi dubita del nostro impegno per risolvere il problema dei dreamer. Vogliamo affrontarlo e risolverlo, con una proposta che possa essere firmata dal presidente", ha replicato lo speaker della Camera, dicendosi "colpito" dall’intervento della Pelosi ma facendosi scudo del gradimento di Trump.

Ad aumentare le incertezze del voto alla Camera la fronda nel partito repubblicano dei falchi anti debito, che considerano una "mostruosità" aumentare ulteriormente il tetto della spesa dopo il maxi taglio delle tasse per 1500 miliardi di dollari. Una linea che ha fatto cambiare pelle al Grand Old Party, da sempre custode del rigore dei conti.

Per consentire al Congresso di trasformare l’accordo in legge, il Congresso è stato chiamato a votare anche un provvedimento finanziario tampone sino al 23 marzo, per evitare lo shutdown.

Nel frattempo repubblicani e democratici affilano le armi per la prossima partita sull’immigrazione, che dovrà conciliare in qualche modo la tutela dei dreamer – dopo l’abolizione da parte di Trump del programma di protezione varato da Obama – con le priorità del tycoon, tra cui il muro col Messico, l’abolizione della lotteria dei visti e la limitazione della possibilità di sponsorizzare la cittadinanza dei famigliari lontani.

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