Macerata

'Nessuno può farsi giustizia da solo', condanna del Governo

Il ministro dell'Interno Minniti sulla tentata strage parla di un fatto grave: 'Lo Stato non arretrerà di un millimetro'. La notizia ha fatto il giro del mondo

(Keystone)
4 febbraio 2018
|

È stato trasferito in carcere Luca Traini, il 28enne che ieri ha tentato di fare una strage di migranti a Macerata, cittadina di circa 40mila abitanti nelle Marche. Traini ha lasciato la caserma dei Carabinieri all'una di notte: a testa alta e sguardo dritto davanti a sé non ha detto una parola ai cronisti che erano ad attenderlo. L'uomo è ora nel carcere di Montacuto, frazione di Ancona, lo stesso dove è rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano presunto assassino di Pamela Mastropietro, 18enne romana. Proprio la morte brutale di Pamela Mastropietro sarebbe all'origine della tentata strage di ieri. Traini lo ha ribadito ai Carabinieri. "Ero in auto e stavo andando in palestra quando ho sentito per l'ennesima volta alla radio la storia di Pamela. Sono tornato indietro - avrebbe raccontato - ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola". Traini, già candidato per la Lega e secondo alcune fonti vicino a Forza Nuova e CasaPound, non conosceva Pamela Mastropietro.

Siamo di fronte ad un fatto grave che poteva essere gravissimo" dice il ministro dell'Interno Marco Minniti il cui primo obiettivo è di ribadire che lo Stato non arretrerà di un millimetro. "Quello che è accaduto è inaccettabile - scandisce il titolare del Viminale - perché in una democrazia non è consentito a nessuno di farsi giustizia da solo. Su questo non si transige, non è argomento di dibattito politico". La caccia dura due ore e finisce sulla scalinata del monumento ai caduti di piazza Vittoria: due carabinieri bloccano Traini subito dopo aver abbandonato l'auto e lo buttano in terra. Il 28enne non oppone resistenza, ha sulle spalle un Tricolore e prima di essere ammanettato riesce ad urlare il suo proclama folle e razzista. "Ho fatto quel che dovevo, l'Italia agli italiani". Lo portano in caserma, scatta l'arresto per tentato omicidio.

Macerata tira un sospiro di sollievo, come il resto d'Italia. Ma rimane la consapevolezza che si è passato il limite e che il difficile arriva ora, con una campagna elettorale da svelenire e raffreddare. "E' un momento delicatissimo - dice il sindaco di Macerata Romano Carancini - serve il rispetto delle persone e non possiamo farci annegare dall'odio. Tutti devono fare un passo indietro". Parole simili arrivano dal premier Paolo Gentiloni che ha seguito passo passo la vicenda in contatto con Minniti. "Odio e violenza non riusciranno a dividerci. Lo Stato sarà severo e i comportamenti criminali saranno perseguiti e puniti". Anche Matteo Renzi e Luigi Di Maio lanciano un appello ad abbassare i toni. "Serve calma e responsabilità - sottolinea il leader del Pd - da parte di tutti. Sarebbe facile tenere alta la polemica verso chi alimenta l'odio, ma non faremo questo errore". "Mi appello a tutti i partiti - aggiunge il candidato premier cinquestelle - stiano in silenzio e non facciano campagna elettorale sulla pelle di Pamela e dei feriti".

 
I FATTI

Ieri due ore di caccia all’uomo di colore tra le strade di una Macerata spaventata e chiusa nelle case, si è assistito secoldo alcune fonti a una rappresaglia armata "preparata e progettata" fin nei dettagli, un raid con un solo movente e nessuna giustificazione: un odio razziale che emerge da un background "fascista e nazista".  La morte atroce di Pamela, fatta a pezzi da uno spacciatore nigeriano, ha prodotto un altro orrore: un tiro a segno per le vie di Macerata con l'unico obiettivo di uccidere lo straniero, il nero, il diverso. Anche se del tutto estraneo alla morte della ragazza. Ed ora la politica è costretta ad interrogarsi sulle troppe parole urlate e sugli errori commessi. "Nessuno cavalchi l'onda, nessuno cavalchi l'odio, nessuno cavalchi le contrapposizioni - dice a fine giornata il ministro dell'Interno Marco Minniti precipitatosi a Macerata - in momenti difficili come questi la risposta della democrazia deve essere forte e unitaria". 

Tutto è cominciato alle 11 del mattino: Luca Traini, 28 anni di Tolentino, incensurato, un passato su posizioni di estrema destra e candidato nel 2017 per la Lega al consiglio comunale di Corridonia, sale sull'auto e parte per la sua missione. uccidere quanti più stranieri possibile. Agisce da solo: al momento gli investigatori non hanno trovato nulla che possa far pensare ad un'azione organizzata con altri soggetti. Se a spingerlo sia stata proprio la morte di Pamela lo diranno le indagini; quel che è certo è che tra i due non c'era alcun legame, così come nessuno dei sei stranieri feriti aveva in qualche modo avuto a che fare con lui: bersagli scelti a caso. I primi sono stati colpiti in via dei Velini. Poi, ad allarme era già scattato, Traini ha fatto in tempo a sparare ancora in via Spalato, vicino alla casa dove viveva il presunto assassino di Pamela, contro il portone della sede del Pd, e in corso Cairoli. Svuota due caricatori interi, quasi una trentina di proiettili, con la sua pistola semiautomatica e regolarmente detenuta: è un miracolo che non sia morto nessuno. Quando è stato bloccato ha fatto il saluto fascista. I colpi in particolare sono stati esplosi in via Cairoli, in via Spalato e anche in via dei Velini, zone toccate dalle indagini per il caso di Pamela Mastropietro.

 

L'ACCUSA: STRAGE AGGRAVATA

Strage aggravata dalle finalità di razzismo, questa l’accusa formulata dalla procura di Macerata per il ventottenne Luca Traini arrestato dai carabinieri per avere ferito a colpi di pistola sei stranieri nella città marchigiana. Al giovane sono stati contestati anche porto abusivo di armi ed altri reati. I carabinieri italiani depositeranno domani un’informativa alla procura. I magistrati chiederanno quindi la convalida del provvedimento. Intanto Traini è apparso "tranquillissimo" agli agenti della polizia penitenziaria che hanno sbrigato le formalità per il suo ingresso nel carcere di Montacuto. Al suo arrivo, stamane, il 28enne avrebbe anche scambiato un battuta con gli agenti.

LA NOTIZIA HA FATTO IL GIRO DEL MONDO

Le homepage di quasi tutti i siti internazionali e dei grandi giornali stranieri riportano la notizia in grande evidenza, anche se con meno rilevanza su quelli americani, la vicenda della spedizione punitiva razzista di Macerata.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔