Estero

L'Iran amputa una mano a un presunto ladro. Amnesty denuncia

"Eseguire queste pene indicibilmente crudeli non ha niente a che fare con la giustizia"

19 gennaio 2018
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Amnesty International ha denunciato l’amputazione della mano, avvenuta il 17 gennaio tramite ghigliottina, a un uomo condannato di furto in Iran.

"L’amputazione di un arto è pura e semplice tortura, e compiere atti di tortura è un crimine di diritto internazionale. Come Stato parte del Patto internazionale sui diritti civili e politici, l’Iran è giuridicamente obbligato a vietare la tortura in ogni circostanza e senza alcuna eccezione. Chi ordina e chi esegue tali azioni deve essere sottoposto a procedimento penale", ha dichiarato Maghdalena Mughrabi, vicedirettrice per l’Africa del Nord e il Medio Oriente di Amnesty International.

"Eseguire queste pene indicibilmente crudeli non ha niente a che fare con la giustizia e serve solo a mostrare il completo disprezzo delle autorità iraniane per la dignità umana" ha sottolineato Mughrabi. In una dichiarazione rilasciata nel 2010 di fronte al Consiglio Onu dei diritti umani, l’allora capo del Consiglio iraniano dei diritti umani, Mohammad Javad Larjiani, negò che le amputazioni fossero una forma di tortura sostenendo che erano "giustificate sul piano religioso e culturale".

Amnesty International ha espresso in un comunicato di trovare aberrante che le autorità iraniane continuino a emettere ed eseguire condanne all’amputazione e giustifichino tale brutalità in nome della religione, della cultura e della prevenzione dei reati. "Le autorità iraniane devono abolire urgentemente ogni forma di punizione corporale e puntare su un sistema giudiziario fondato sulla riabilitazione e il trattamento umano dei detenuti", ha concluso Mughrabi.

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