Estero

Brexit, torna in campo Farage. E ipotizza un secondo referendum

L'ex leader di Ukip convinto che la Brexit non sia ancora al riparo da ’tentazioni’; contesta ai remainers "il controllo del dibattito"

(Flickr)
14 gennaio 2018
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Nigel Farage resta convinto che la Brexit non sia ancora al riparo da ’tentazioni’ di ripensamento e torna sulla ribalta mediatica per cercare di restituire un ruolo alla piattaforma euroscettica dell’Ukip, il suo partito, sprofondato dopo la vittoria del referendum del 2016.

A dargli spazio è oggi l’Observer, domenicale del progressista Guardian, agli antipodi rispetto a lui sulla questione Ue, ma impegnato a sua volta a tenere aperta la questione.

Nell’intervista all’Observer, Farage avanza il timore che la Brexit possa essere ancora bloccata, accusa i ’remainers’ – sconfitti nel voto referendario – di aver preso "il controllo del dibattito" e lamenta che l’ala più radicale dei ’brexiteers’ abbia "smesso di combattere". Una situazione che nei giorni scorsi gli ha suggerito di non escludere l’idea teorica del "secondo referendum", per "chiudere definitivamente" la partita.

Un’ipotesi, quella del referendum bis, avanzata pure da altri outsider del mondo politico britannico, soprattutto – in una specie di paradossale alleanza tattica fra trincee opposte – dagli anti-Brexit ultrà, ma esclusa nettamente finora dai leader dei grandi partiti: sia dalla premier conservatrice, Theresa May, secondo la quale si tratterebbe di "un tradimento della volontà degli elettori"; sia dal capo dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, che la giudica "divisiva".

Intanto, fra le voci ostili al divorzio da Bruxelles, si rifà sentire alla Bbc anche la leader indipendentista scozzese e first minister del governo locale di Edimburgo, Nicola Sturgeon: per ribadire che la Scozia, quanto meno, non intende "uscire né dall’unione doganale, né dal mercato unico" europeo.

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