Estero

La Bulgaria verso la presidenza dell'Unione Europea

Il premier Boyko Borisov
(Arno Mikkor)
4 gennaio 2018
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La Bulgaria, entrata nell’Ue con tanto entusiasmo ed enfasi retorica il primo gennaio 2007, ha assunto all’inizio dell’anno, per la prima volta, la presidenza di turno del Consiglio Ue. Oggi, nonostante la mancanza di esperienza, gli umori delle autorità sono quelli di undici anni fa.

La cerimonia dell’apertura ufficiale del semestre bulgaro si svolgerà, tra grandi fanfare ed eccezionali misure di sicurezza, nella capitale Sofia l’11 e il 12 gennaio. Sotto lo slogan "L’Unione fa la forza", la Bulgaria intende concentrarsi su quattro priorità principali: il futuro dell’Europa e dei giovani, la sicurezza e la stabilità, l’economia digitale e i Balcani occidentali.

La "ciliegina sulla torta" della presidenza bulgara dovrebbe essere proprio il vertice, previsto per il 17 maggio prossimo, dei leader Ue con quelli dei paesi dei Balcani occidentali, dedicato alla prospettiva europea della regione.

"La Bulgaria sarà un partner affidabile e stabile in Europa anche alla luce della presidenza di turno del Consiglio Ue, poiché il nostro paese ha ottenuto il riconoscimento dei leader mondiali come fattore di stabilità nella regione balcanica", ha detto il premier conservatore Boyko Borissov, a capo del suo terzo governo di coalizione con i nazionalisti del blocco Patrioti uniti.

Sono in agenda, inoltre, circa 300 riunioni ufficiali delle quali sei a livello parlamentare. D’altro canto, il governo di Sofia in diverse occasioni ha dichiarato che intende far leva, nei prossimi sei mesi, sugli altri stati membri dell’Ue per entrare a pieno titolo nell’area Schengen e avvicinarsi all’eurozona.

La Bulgaria, però, avrà a che fare anche con diverse "patate bollenti", tra le quali la situazione nell’Ue all’ombra della Brexit, la spinosa questione della crisi migratoria, la politica di coesione post 2020 e le diverse controversie tra gli stati membri. Luci e ombre caratterizzano il semestre di presidenza bulgara della Ue.

Numeri alla mano, Sofia ha registrato una crescita del Pil del 4% nel 2017. Il 62% dei bulgari, secondo i sondaggi, ha fiducia nell’Ue, la disoccupazione è scesa al 7%. Ma è noto che la Bulgaria rimane il paese più povero e corrotto dell’Unione.

"In Bulgaria, che assume la presidenza del Consiglio Ue, ci sono alti livelli di corruzione politica e una corruzione amministrativa rampante", ha scritto il quotidiano britannico Guardian, mentre il tedesco Die Zeit ha ricordato che la Bulgaria "continua ad essere il fanalino di coda in tutte le classifiche in fatto di conquiste sociali nel paese". (Ats)

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