Estero

Russiagate, Trump furioso col suo ex stratega: 'ha perso la testa'

(Evan Vucci)
3 gennaio 2018
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È ormai scontro aperto tra il presidente statunitense Donald Trump e il suo ex stratega Steve Bannon, che in un un nuovo libro del giornalista Michael Wolff rilancia alla grande il Russiagate definendo "sovversivo" e "antipatriottico" l’incontro alla Trump Tower tra il figlio del tycoon Don Jr. e un gruppo di russi. "Bannon non ha niente a che fare con me o con la mia presidenza, quando l’abbiamo licenziato non solo ha perso il lavoro, ha perso anche la testa", si è scatenato il tycoon attraverso la portavoce Sarah Sanders.

Nel libro Fire and fury, in uscita negli Usa la prossima settimana, Wolff si è basato su oltre 200 interviste con lo stesso presidente, il suo entourage e una serie di vip fuori e dentro l’amministrazione. "Tante falsità", secondo la Casa Bianca, ma per i lettori sono in arrivo ghiotti pettegolezzi, come quello che Melania avrebbe pianto, "ma non di gioia", la notte della vittoria del marito.

Gli stralci su Bannon, che oggi hanno fatto la parte del leone, hanno attirato l’ira del presidente: "Ha avuto poco o niente a che fare con la nostra vittoria. Non rappresenta la mia base e ha passato il suo poco tempo alla Casa Bianca a provocare false fughe di notizie".

Nel libro l’ex stratega usa metafore forti e un linguaggio da caserma per descrivere il clima della presidenza statunitense, la cui indifferenza al potenziale impatto del Russiagate è paragonabile a quella di "chi sta sulla spiaggia aspettando l’impatto di un uragano di categoria cinque". L’astio verso la figlia di Trump, Ivanka e il marito Jared Kushner, o come li chiama Bannon, "Jaranka", è un leitmotiv del volume: "Una guerra tra ebrei e non ebrei", ha detto a Wolff l’ex segretario di Stato Henry Kissinger.

Parlando con l’autore, un esperto di media e il biografo di Rupert Murdoch, Bannon ha ammonito che gli investigatori "romperanno Don junior come un uovo sulla televisione nazionale", pronosticando che l’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate arriverà a segno concentrandosi sul riciclaggio. "Passa tutto per la Deutsche Bank e tutta la m... di Kushner. La m... di Kushner è vischiosa", ha detto Bannon, notando che Mueller ha scelto come braccio destro Andrew Weissman, un esperto di denaro sporco: "Il loro percorso per fottere Trump passa dritto per Paul Manafort, Don Jr. e Jared", ha aggiunto l’ex stratega, oggi non l’unico ad alludere al riciclaggio.

Sul New York Times (Nyt) i fondatori di Gps Fusion, Glenn Simpson e Peter Frisch, che commissionarono all’ex agente britannico Chris Steele l’indagine su Trump e i russi, hanno detto di aver trovato "da Manhattan alla Florida, da Toronto a Panama, vaste prove che Trump e la sua organizzazione lavorarono con russi di dubbia fama in odore di riciclaggio".

Gps Fusion ricevette durante la campagna elettorale da un gruppo conservatore, il Washington Free Beacon, e dalla campagna di Hillary Clinton l’incarico di indagare sul "complesso passato di affari di Trump". Il rapporto Steele – hanno spiegato sul Nyt – è stato solo un capitolo: "Non la molla che ha spinto l’Fbi (la polizia federale degli Usa) ad aprire l’inchiesta sul Russiagate, ma la controprova di informazioni ricevute da altre fonti tra cui una dentro il campo di Trump".

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