Estero

Le felicitazioni di Netanyahu, l'ira di Hamas

7 dicembre 2017
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Benyamin Netanyahu è tornato oggi a felicitarsi con Donald Trump per il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele ("Ha legato per sempre il suo nome con la storia della nostra capitale") e ha rivelato che altri Paesi potrebbero seguire il suo esempio. "Siamo in contatto con altri Paesi affinché esprimano un riconoscimento analogo - ha detto il premier in un discorso al ministero degli Esteri - e non ho alcun dubbio che quando l'ambasciata Usa passerà a Gerusalemme, e forse anche prima, molte altre ambasciate si trasferiranno. E' giunto il momento".

"In seguito ad un esame della situazione da parte dello Stato maggiore, è stato deciso che un certo numero di battaglioni saranno inviati come rinforzo in Giudea-Samaria (Cisgiordania)": lo ha reso noto il portavoce militare israeliano. Le forze armate hanno messo in stato di allerta anche altre unità, ha aggiunto, "per far fronte a possibili sviluppi" legati alle proteste palestinesi per il riconoscimento Usa di Gerusalemme come capitale di Israele.

"Facciamo appello per una nuova intifada contro l'occupazione e contro il nemico sionista, ed agiamo di conseguenza": lo ha affermato il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un discorso pronunciato dalla propria abitazione a Gaza e trasmesso dall'emittente di Hamas 'al-Aqsa tv', mentre nelle strade della città si notano numerose manifestazioni di protesta contro gli Stati Uniti. "Il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele è una dichiarazione di guerra nei nostri confronti", ha aggiunto

Sullo sfondo, le considerazioni della corte reale dell'Arabia Saudita, secondo la quale la a decisione del presidente Usa Donald Trump su Gerusalemme "è irresponsabile".

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