Estero

Corea, gli Usa: 'Ora la guerra è più vicina'

30 novembre 2017
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"Ora la guerra è più vicina". Parole pesanti quelle pronunciate dall’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley, durante il Consiglio di sicurezza sulla Corea del Nord. Mentre pochi minuti prima, durante un comizio in Missouri, Donald Trump era tornato ad attaccare sul piano personale il dittatore di Pyongyang, Kim Jong-un, deridendolo e descrivendolo come un "cagnolino malato". "The little rocket man", il piccolo uomo-missile, ha ripetuto davanti ai suoi calorosi sostenitori. Il silenzio del presidente americano dopo l’ennesimo lancio di un missile balistico da parte del regime nordcoreano è durato dunque poche ore. E ancora una volta le sue parole rischiano di alimentare una guerra di offese e di insulti che va avanti da mesi e che non favorisce di certo la realizzazione di quel canale diplomatico che con enorme fatica Rex Tillerson e i vertici del Dipartimento di stato stanno tentando di aprire. Intanto, mentre al Tesoro americano si studiano nuove sanzioni finanziarie e al Pentagono si valuta l’ipotesi di un blocco navale, le Nazioni Unite rinviano la decisione di nuove misure punitive verso Pyongyang, con i Quindici del Consiglio di sicurezza che per il momento insistono sulla piena e rigorosa attuazione delle sanzioni già prese negli ultimi mesi. Soprattutto da parte della Cina che resta il più stretto alleato della Corea del Nord. L’ultimo esperimento missilistico di Pyongyang, che ha dimostrato di avere un "supermissile" in grado di colpire ovunque gli Stati Uniti, "è un’azione che avvicina il mondo alla guerra, non lo allontana", ha tuonato Haley. "Anche se è un conflitto che gli Usa non cercano – ha aggiunto l’ambasciatrice Usa – e se ci sarà una guerra, il regime nordcoreano sarà completamente distrutto". Quindi l’ennesimo appello alla comunità internazionale (rivolto ancora una volta soprattutto a Pechino) per "tagliare tutti i rapporti con Pyongyang", per isolare ulteriormente il regime di Kim: dai rapporti diplomatici, alla cooperazione militare, scientifica e commerciale, passando per lo stop a tutte le importazioni ed esportazioni. "Invece – ha denunciato – alcuni paesi continuano ancora a finanziare il programma nucleare nordcoreano". "Non c’è niente di più pericoloso per la pace e la sicurezza del mondo in questo momento di ciò che sta accadendo nella penisola coreana", ha detto il capo degli Affari Politici dell’Onu, Jeffrey Feltman, durante la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu sulla Corea del Nord. "Il consiglio di sicurezza deve fare tutto il possibile per evitare una ulteriore escalation", ha aggiunto Feltman. "La minaccia nordcoreana non è neanche lontanamente una minaccia regionale, ma globale, verso tutti gli Stati membri. E non c’è altra possibilità che lavorare insieme per esercitare la massima pressione su Pyongyang", ha affermato invece l’ambasciatore giapponese all’Onu, Koro Bessho, definendo il lancio del missile di martedì un atto estremamente pericoloso e irresponsabile.

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