Estero

Sinai, attentato contro una moschea, almeno 235 i morti

(Keystone)
24 novembre 2017
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Un attentato contro una moschea nel nord del Sinai ha provocato almeno 235 morti e 130 feriti. Lo rendono noto fonti della sicurezza e mediche egiziane. L’attacco è stato condotto piazzando una "bomba all’interno" del luogo di culto e sparando sui fedeli che fuggivano immediatamente dopo l’esplosione. La moschea attaccata si trova in un piccolo centro, Bir El Abd, e i fedeli "sono stati presi di mira da terroristi che li aspettavano davanti alla porta", hanno precisato all’agenzia italiana Ansa fonti che preferiscono restare anonime. L’attentato è avvenuto durante la preghiera del venerdì islamico. Nel Sinai settentrionale, ma soprattutto più a est, è attivo un gruppo jihadista alleato dell’Isis. 

La moschea colpita da un attentato terroristico in Egitto "è frequentata dalla tribù Sawarka, la maggiore del nord del Sinai e, in generale, conosciuta per la propria collaborazione con l’esercito e le forze dell’ordine" nella lotta contro l’Isis. Al momento del grave attentato i presenti all'interno della moschea erano almeno duecento. Il bilancio  delle vittime potrebbe di conseguenza ulteriormente aggravarsi.

Concentrato soprattutto nell’angolo nord-est del Sinai, al confine con la Striscia di Gaza, da oltre quattro anni e mezzo è in corso un conflitto a bassa intensità tra forze di sicurezza egiziane e terroristi dello Stato islamico. A combattere sono gli ex "Ansar Beit el-Maqdes", i "Partigiani di Gerusalemme", il principale gruppo jihadista egiziano basato nella penisola e ribattezzatosi "Stato del Sinai" nel quadro di un’alleanza-affiliazione con l’Isis annunciata nel novembre 2014.

"La situazione là sta migliorando, giorno dopo giorno", aveva sostenuto il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi l’8 novembre scorso ribadendo che i terroristi sono nascosti solo in una "zona che rappresenta l’1 o 2%" del territorio complessivo della penisola del Sinai.

In un breve discorso televisivo rivolto alla nazione, il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi – con implicito riferimento all’Isis – ha annunciato che "le forze armate risponderanno con forza brutale a questo gruppuscolo. Questo attentato non fa altro che renderci che più solidi, più forti e più uniti nella nostra lotta contro il terrorismo." (Ansa)

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