'Una cancellazione unilaterale dell'accordo nucleare è inaccettabile sotto qualunque pretesto'. Parole forti quelle pronunciate del presidente russo Vladimir Putin in visita in Iran. una visita che non è dunque scivolata via come normale routine diplomatica. Come successe nel 2007 e nel 2015. Non oggi, a poche settimane dall’annunciata revoca da parte del leader della Casa Bianca Donald Trump dell’accordo nucleare con la Repubblica islamica e dalla caduta dell’ultima roccaforte dell’Isis in Siria. A confermarlo anche il tono delle dichiarazioni iniziali.
“L'inadempienza degli impegni internazionali da parte di alcuni Paesi non è accettabile”, ha detto Putin riferendosi alla recente decisione di Trump e approfittando, come già in altri teatri di crisi internazionale, del disimpegno statunitense per accreditarsi come partner affidabile. “Non c’è scusa accettabile – ha continuato – per smantellare unilateralmente l’accordo nucleare”. Il presidente iraniano Hassan Rouhani, dal canto suo, ha rilevato il “grande impatto” della cooperazione russo-iraniana nel “combattere il terrorismo nella regione” e sottolineato che la “cooperazione comune è molto importante anche nelle fasi finali”.