Estero

La Casa Bianca lancia l'allarme: 'Assad pronto a nuovi attacchi chimici'

27 giugno 2017
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Il regime di Damasco sarebbe pronto a sferrare un nuovo attacco chimico contro la popolazione siriana. Una nuova possibile strage che non risparmierebbe civili innocenti, compresi anziani e bambini. A lanciare l’allarme è stata oggi la Casa Bianca. Trump ha inviato al presidente Bashar al Assad un messaggio inequivocabile: se un fatto del genere dovesse realmente accadere, il dittatore e le sue forze militari la pagherebbero molto cara.

E se il Cremlino ha bollato queste parole come “minacce inaccettabili”, il Pentagono sarebbe già pronto ad agire. Anche se stavolta il presidente americano Donald Trump intende puntare a un coinvolgimento dei principali alleati. A confortarlo le telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, dalla quale è scaturito l’impegno a una “risposta comune” contro Assad in caso di attacco con gas sarin o altre sostanze tossiche.

L’insolito comunicato voluto da Trump e diffuso a sorpresa in tarda serata avrebbe spiazzato gli stessi vertici militari americani, anche perché nelle stesse ore era in corso nella base siriana di Latakia un incontro tra Assad e l’inviato militare russo, il generale Valery Gerasimov.

Non a caso il Pentagono ha impiegato ore prima di confermare che nella base aerea di Shayrat sono stati effettivamente avvistati grazie ai droni di sorveglianza e alle immagini dei satelliti movimenti più che sospetti. Movimenti molto simili a quelli che avrebbero preceduto il letale attacco dello scorso 4 aprile, partito dalla stessa base e responsabile di almeno 80 morti tra i civili. Seguì la dura rappresaglia di Washington, che ordinò il primo raid aereo americano contro le forze di Damasco dall’inizio della guerra civile in Siria.

In particolare a preoccupare il Pentagono è una serie di attività che da un paio di giorni verrebbero svolte attorno ad un hangar da sempre tenuto sotto osservazione, perché considerato un laboratorio-deposito di sostanze chimiche. Hangar davanti al quale sarebbe ora parcheggiato un aereo di quelli usati per caricare le cosiddette 'bombe sporche'.

Se Donald Trump ha voluto giocare d’anticipo, senza aspettare che prima si pronunciassero i vertici militari, è stato molto probabilmente per dare un senso di urgenza all’allarme, e per inviare un chiaro monito implicitamente rivolto anche a Mosca e Teheran, le due capitali vicine a Damasco. A rendere più esplicito questo aspetto, le parole usate dall’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley: “Ogni ulteriore attacco chimico contro la popolazione siriana sarà addebitato ad Assad, ma anche alla Russia e all’Iran che lo aiutano a uccidere la sua stessa gente”.

Critiche alla Casa Bianca arrivano però anche da Teheran: “La nuova pericolosa escalation della tensione in Siria da parte degli Usa, basata su falsi pretesti, servirà solo all’Isis”, ha detto il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif.

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