Estero

Venezuela, Maduro sempre più isolato

Manifestanti
(Ariana Cubillos)
20 giugno 2017
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Il presidente venezuelano Nicolas Maduro è sempre più isolato: nelle ultime 24 ore il suo governo ha dovuto prendere atto che ormai pochissimi Paesi delle Americhe lo appoggiano e anche ammettere, inchiodato da immagini che hanno fatto il giro del mondo, che un 17enne morto ieri durante un’ennesima protesta dell’opposizione è stato ucciso dalle forze di sicurezza con armi da fuoco. Che le cose per Caracas non stavano andando per il verso giusto all’Assemblea dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) di Cancùn, in Messico, lo si era capito quando la ministra degli Esteri del Venezuela, Delcy Rodriguez, se n’è andata dalla riunione sbattendo la porta.

Maduro ha annunciato di aver rimosso il comandante della Guardia Nazionale, Antonio Benavides Torres, e di aver ordinato il "reclutamento immediato" di 40 mila nuovi agenti per la Guardia Nazionale e la Polizia Nazionale. In un discorso trasmesso a reti unificate, Maduro ha anche confermato nel suo incarico all’attuale ministro della Difesa, Vladimir Padrino Lopez, che ha definito "uomo leale", togliendogli però l’incarico di responsabile del Comando Strategico Operativo delle Forze Armate, che è stato affidato all’ammiraglio Regimio Ceballos. Benavides Torres è durato 11 mesi a capo della Guardia Nazionale. La sua rimozione è vista come conseguenza della morte del manifestante.

Quanto al rafforzamento dei corpi di sicurezza, Maduro ha detto che in 20 mila andranno alla Guardia Nazionale e 20 mila alla polizia, per diventare "garanti della sicurezza dei cittadini, e simboli della pace e della protezione del popolo, allineati sulle vere necessità del Paese".

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