Estero

Molestie sessuali: chi è O’Reilly, icona conservatrice licenziata da Fox News

O'Reilly nel suo (ex) studio
20 aprile 2017
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Per il pubblico americano, Bill O’Reilly è da vent’anni  il volto più noto della televisione conservatrice: l’incarnazione dell’egemonia culturale acquisita dal network Fox News e dall’ala “arrabbiata” del mondo repubblicano. Per questo ha fatto grande scalpore il suo immediato licenziamento, che fa seguito ad un’inchiesta apparsa appena tre settimane fa sul New York Times

Nell’articolo si racconta di almeno cinque donne che avrebbero accusato O’Reilly di molestie sessuali, e il cui silenzio sarebbe stato “comprato” da Fox News e dallo stesso O’Reilly con tredici milioni di dollari di indennizzi. Ma a spaventare il network (e i suoi inserzionisti) sono soprattutto le analoghe accuse di una sesta donna, che non avendo firmato accordi di indennizzo potrebbe ora rivelare molti più dettagli sulla natura delle molestie.

Non è la prima volta che Fox News si trova a dover affrontare scandali di questa natura; quest’estate il suo co-fondatore e presidente Roger Ailes si era dovuto dimettere per motivi analoghi. Ma il “divorzio” fra Fox e O’Reilly appare ancora più clamoroso: se Fox è diventata negli anni un efficace megafono per le posizioni conservatrici più intransigenti, contribuendo a plasmare le tendenze politiche nazionali, ciò si deve in gran parte al ruolo giocato dall’anchorman newyorkese.

Stella polare dei conservatori

Politicamente scorretto, sarcastico, senza mezze misure: queste le caratteristiche che hanno reso celebre O’Reilly, tanto fra i suoi sostenitori, quanto fra chi lo ritiene un falco dell’ultradestra. Dalla guerra in Iraq all’immigrazione, passando per l’opposizione all’Obamacare e all’aborto, il commentatore ha spesso sostenuto in modo provocatorio le posizioni dei neoconservatori, dei “Tea Party” e, infine, della squadra di Donald Trump.

Come spiega Cnn in un suo commento sullo scandalo, il suo O’Reilly Factor è diventato “una sorta di stella polare,” grazie alla quale “populismo, diffidenza per le élite e profonda sfiducia nei mezzi d’informazione mainstream sono diventati i cardini del conservatorismo moderno.” In questa visione del mondo, “i Democratici sono diventati il partito di Hollywood e delle élite, nei media, negli affari e nell’intrattenimento. I repubblicani sarebbero invece quelli che combattono per l’uomo della strada, che si sente lasciato indietro e rimproverato da quegli stessi personaggi.” Cnn non ha dubbi: “questo crescente populismo conservatore ha infine dato i natali alla candidatura di Trump”.

Solo alcuni esempi di questo approccio: auspicare che l’uragano Katrina spazzasse via il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, contestare il progetto di una moschea vicino a Ground Zero perché “con l’Undici Settembre sono stati i musulmani ad ammazzarci”, ricordare a Michelle Obama che gli schiavi che costruirono la Casa Bianca ricevettero vitto e alloggio decenti a spese del governo. Qui una selezione di alcuni momenti topici della sua carriera (in inglese).

Il 'saluto' del fronte liberal

L’importanza di O’Reilly sulla scena televisiva è confermata anche dalla miriade di imitazioni, caricature ed allusioni che ne sono state fatte nel corso del tempo, come quella da poco proposta da Alec Baldwin, che a Saturday Night Live coglie l’occasione per imitare contemporaneamente anche Trump.

D’altronde, è principalmente a O’Reilly che si è ispirato Stephen Colbert nel suo Colbert Report, show satirico liberal imperniato sulle follie di un anchorman cinicamente conservatore. E proprio Colbert ha colto l’occasione per salutare a suo modo l’addio di O’Reilly, definendolo senza mezze misure “una presuntuosa discarica di immondizia rabbiosa” ma ammettendo il suo debito artistico e parlando di “fine di un’epoca.”

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