Estero

La scelta 'molto difficile' della giuria del World Press Photo

(Burhan Ozbilici)
13 febbraio 2017
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Il killer con la pistola in pugno, il suo volto contratto in un grido di rabbia, l’indice alzato verso il cielo, mentre poco distante giace agonizzante l’ambasciatore russo in Turchia Andrei Karlov. È lo scatto di Burhan Ozbilici – fotografo dell’Associated Press di base ad Ankara, che immortala il poliziotto di 22 anni Mevlut Mert Altintas un attimo dopo aver crivellato di proiettili il diplomatico – ad aggiudicarsi il prestigioso premio della World Press Photo Foundation di Amsterdam, diventando emblema "dell’odio dei nostri tempi".

Un riconoscimento comunque controverso, come spiega lo stesso presidente della giuria Stuart Franklin, che sul quotidiano britannico Guardian critica la scelta, rivelando di aver votato contro, poiché costituisce una spettacolarizzazione del martirio. "Si tratta senza dubbio di una foto piena di impatto – spiega – ma mi sono opposto con forza ed ho perso di poco" la partita, perché immortala "un omicidio. L’assassino e la vittima sono nella stessa immagine, qualcosa di moralmente problematico da pubblicare, come lo sono le decapitazioni dei terroristi".

È stata "una decisione molto difficile – ammette Mary Calvert, membro della giuria – ma alla fine abbiamo sentito che lo scatto dell’anno doveva essere esplosivo, che parlasse davvero dell’odio dei nostri tempi". (ats)

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