Estero

Un anno di Isis, a Mosul domina il terrore

9 giugno 2015
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Moschee fatte saltare in aria, donne costrette a coprirsi completamente, mani comprese, scuole abbandonate, i quartieri cristiani deserti. Così, ad un anno esatto dall'occupazione dell'Isis, si presenta oggi Mosul, la seconda città irachena un tempo crogiolo di etnie e religioni, oggi nella morsa del terrore jihadista. Una realtà cambiata oltre ogni immaginazione, come mostrano una serie di video realizzati segretamente, fatti uscire clandestinamente dalla città e trasmessi dalla Bbc, come riferisce l'Ansa in un lungo servizio.

Oggi, secondo testimonianze che arrivano dalla stessa Mosul, gli uomini del Califfo Abu Bakr al Baghdadi hanno ordinato di decorare gli edifici pubblici con nastri e altri addobbi per celebrare il primo anniversario della caduta della città. Lo Stato islamico ha inoltre programmato un ricevimento nell'ex Hotel Ninive per i suoi dirigenti e i quadri locali mentre un gran numero di miliziani percorre le strade del centro.

I video della Bbc sono accompagnati da una serie di testimonianze di residenti locali che parlano delle regole severissime imposte dall'Isis secondo un'interpretazione ferrea della Sharia, la legge islamica. "La punizione minima è la fustigazione – dice Zaid – che può essere applicata anche se si viene sorpresi a fumare. Il furto è punito con l'amputazione di una mano, l'adulterio di un uomo gettandolo dall'alto di un edificio, di una donna con la lapidazione. Le esecuzioni avvengono in pubblico per intimidire la gente, che spesso è obbligata ad assistere". Ogni donna può uscire di casa solo accompagnata da un familiare maschio e completamente coperta, compresi il viso e le mani. In uno dei video si vede un miliziano apostrofare una donna perché non indossa i guanti. Un uomo parla di arresti e torture anche solo sulla base di sospetti, e racconta di essere stato anch'egli frustato con un cavo elettrico.Un filmato mostra una moschea sciita fatta saltare in aria al grido di Allah Akbar. Ma la stessa sorte è toccata a mausolei sunniti – la stessa confessione dei jihadisti dell'Isis – perché secondo lo Stato islamico erano meta di pellegrinaggi considerati 'idolatri'.

Nonostante una tassa del 25% imposta dall'Isis sui redditi per ricostruire la città, il settore delle costruzioni è bloccato, mentre scarseggia il carburante e peggiora l'inquinamento. Nelle immagini vengono mostrate aule vuote. Molti genitori, infatti, preferiscono non mandare i figli a scuola perché non subiscano l'indottrinamento dello Stato islamico. Un video mostra pezzi di artiglieria che attraversano la città, in un altro si sentono i colpi della contraerea.

Un testimone dice che i jihadisti si sono preparati a una controffensiva governativa scavando tunnel che hanno provocato danni all'abitato, costruendo barricate, disseminando gli edifici di mine e posizionando cecchini ovunque. Ma lo stesso residente dà anche voce al timore che, se le milizie sciite dovessero arrivare a Mosul insieme all'esercito di Baghdad, potrebbero lasciarsi andare a rappresaglie contro la popolazione sunnita come quelle già denunciate a Tikrit, strappata nei mesi scorsi all'Isis.

Una conferma delle tensioni interconfessionali e delle conseguenti paure che sono state tra le ragioni che hanno favorito la fulminea avanzata dello Stato islamico in questa regione e in altre a maggioranza sunnita, come la provincia di Al Anbar. Proprio oggi sostenitori dell'Isis hanno postato su Youtube un video in cui si vedono diversi leader tribali sunniti della provincia di Ninive - di cui Mosul è il capoluogo - mentre rinnovano la loro promessa di fedeltà al Califfato di Al Baghdadi, rinnegando due membri dei loro clan che fanno parte del Parlamento iracheno

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