Estero

Germanwings, il copilota ha fatto schiantare l'aereo. I passeggeri ignari fino agli ultimi secondi

26 marzo 2015
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L'inchiesta sullo schianto dall'A320 sulle Alpi francesi è di fatto diventata un'inchiesta per omicidio volontario. La scatola nera recuperata martedì, poco dopo l'accaduto, ha infatti permesso di stabilire che il copilota del volo (Andreas Lubitz, 28 anni) ha intenzionalmente chiuso il capitano fuori dalla cabina e che ha iniziato intenzionalmente la discesa dell'aereo verso le montagne. A fare il punto della situazione, dopo le indiscrezioni stampa della notte, è stato poco fa il procuratore francese incaricato dell'inchiesta.

Nei primi 20 minuti  – ha precisato – i due piloti (entrambi tedeschi) parlano in maniera normale, in modo cortese e scherzoso. Si sente poi il comandante preparare il breefing per l'atterraggio a Düsseldorf, cui il copilota risponde in modo breve e laconico. In seguito il comandante chiede al copilota di prendere i comandi. I rumori successivi fanno pensare che abbia spostato indietro il sedile e abbia lasciato il cockpit per andare ad espletare delle funzioni fisiologiche.

A quel punto il copilota resta solo al comando e ordina a pilota automatico per far scendere l'aereo. «L'azione sul selezionatore d'altitudine non può essere che volontario», ha dichiarato il magistrato. Poco più tardi il registratore di bordo capta la voce del capitano che chiedere l'accesso alla cabina. Una richiesta che rimane senza evasione o risposta.

Lubitz (il copilota) sarebbe stato cosciente e vivo fino alla fine, dal momento che nella registrazione è percepibile un respiro «del tutto normale» sino allo schianto. Sul registratore pure la voce dei controllori di volo che cercano di mettersi in contatto con il velivolo.

A pochi istanti dall'impatto, il sistema che d'allarme di prossimità del suolo inizia a chiedere ai piloti di  "Pull Up" (risalire). «A quel punto i colpi alla porta diventano molto vigorosi».

Le prime conclusioni tratte dal magistrato – il quale ha comunque precisato che l'inchiesta è ancora nelle sue fasi iniziali – è che il copilota abbia volontariamente impedito al comandante di accedere alla cabina e abbia provocato volontariamente lo schianto dell'aereo «per una ragione che oggi non conosciamo, ma che dimostra la volontà di distruggere il velivolo».

I passeggeri, ha aggiunto il magistrato, non si sono resi conto di quanto accadeva se non all'ultimo momento. «Le grida di panico sono udibili solo all'ultimo istante».

«Non ho utilizzato la parola "suicidio" perché di solito ci si suicida da soli, non quando si ha la responsabilità di 149 persone», ha commentato il procuratore, il quale non ha però nemmeno parlato di un'ipotesi terrorismo.

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