Confine

Como, ‘Daspo’ urbano per migranti e senza tetto

Esponente di Forza Italia chiede di sgombrare le zone occupate applicando il nuovo regolamento di polizia urbana

Se ne è parlato in consiglio comunale a Como (archivio Ti-Press)
16 luglio 2020
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Clochard e senza tetto a Como è tema divisivo. C'è chi si incatena per chiedere la riapertura dei bagni pubblici e chi chiede interventi di liberazione dai senza tetto delle zone che ne vedono ampia presenza. È il caso di Sergio De Santis, esponente di Forza Italia, che ieri sera in consiglio comunale dopo aver citato alcune aree del centro cittadino – i portici dell’ex chiesa di San Francesco, del Santuario del Crocifisso, del Liceo Volta, oltre al Mercato Coperto – ha chiesto che le zone vengano sostanzialmente sgomberate tramite il ricorso al nuovo regolamento di polizia urbana approvato a Palazzo Cernezzi circa nove mesi fa.

“Quelle situazioni – ha premesso De Santis – non sono attribuibili a questa amministrazione e nemmeno alla precedente, ma alla scellerata politica migratoria dei governi di centrosinistra degli ultimi dieci anni. Le risposte date finora a livello locale non sono state sufficienti e i nostri elettori ora ci chiedono interventi più forti, anzi è tutta la città che lo chiede: dai residenti ai commercianti ai semplici cittadini che non possono più sopportare certe situazioni di disagio e di degrado”. De Santis ha chiesto di “applicare senza indugi il nostro regolamento di polizia urbana: regolari o irregolari, italiani o stranieri, in attesa di dormitorio, espulsione o regolarizzazione devono essere espulsi dal centro cittadino applicando il Daspo urbano, che in caso di recidiva prevede il divieto di accesso in città”.

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