Confine

Spacciatori in manette, tra i loro clienti anche ticinesi

L'inchiesta dei Carabinieri è iniziata nel 2018. La rete era gestita da albanesi che usavano italiani come pali e vedette

Il rifornimento avveniva nei boschi di Olgiate Comasco (archivio Ti-Press)
16 giugno 2020
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Ci sono anche una dozzina di ticinesi fra il centinaio di clienti identificati dell'organizzazione di spacciatori di sostanze stupefacenti finiti in carcere nel corso di una maxi operazione dei carabinieri del comando provinciale di Como che ha interessato anche le province di Varese e Bergamo. Nel blitz sono stati impegnati i militari della compagnia di Cantù insieme al Nucleo cinofili di Casatenovo (Lecco) e al Nucleo elicotteri di Orio al Serio (Bergamo). I carabinieri hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere (due delle persone coinvolte già si trovavano dietro le sbarre). Gli arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo, in concorso con altri sei denunciati a piede libero, dei reati di detenzione e spaccio di droga, estorsione e detenzione e porto abusivo di armi.

Le indagini dei carabinieri di Mozzate sono cominciate nel gennaio 2018 con diversi metodi investigativi (come intercettazioni e videosorveglianza). I militari hanno scoperto una rete di spacciatori gestita da albanesi che utilizzavano italiani come pali e vedette per contattare clienti nei pressi di locali pubblici e luoghi di ritrovo a Mozzate, Turate, Limido Comasco, Olgiate Comasco e Tradate e Cislago (in provincia di Varese). I clienti ticinesi si rifornivano di cocaina nei boschi di Olgiate Comasco. Stando agli investigatori gli arrestati avrebbero spacciato non meno di due chilogrammi di cocaina, oltre a marijuana e hashish.

Nel corso dell'indagine i carabinieri hanno sequestrato oltre mezzo chilo di cocaina. I carabinieri hanno anche accertato una estorsione per oltre 30 mila euro ai danni del titolare di una sala slot di Mozzate. Oltre agli arresti gli investigatori stamane hanno effettuato numerose perquisizioni, nel corse delle quali sono stati sequestrati 20 grammi di cocaina, 60 di hashish, e tre bilancini di precisione, una pistola Smith&Wesson calibro 38 special con matricola abrasa e 10 proiettili e una pistola Desert Eagle calibro 44 magnum, rubata in provincia di Savona, con due caricatori e poi otto proiettili calibro 765. La procura di Como ha disposto perizie balistiche sulle armi per accertare se sono state usate nel corso di azioni banditesche.

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