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Monte Olimpino, dopo gli spari l'uomo in aula a settembre

Sabato sera si è incatenato al cancello di una comunità per minori per vedere la figlia minacciando di spararsi, prima di ferire un poliziotto

Ti-Press
19 agosto 2019
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È comparso nel pomeriggio in Tribunale a Como il 68enne comasco che sabato sera in via Bellinzona a Monte Olimpino, si è incatenato al cancello di una comunità per minori, minacciando di spararsi alla tempia con la pistola che impugnava, se non gli avessero consentito di incontrare la figlia di 9 anni.

Sabato sera dalle 20 alle 21 la strada per la dogana di Ponte Chiasso è stata chiusa al traffico. Un'ora di tensione, nel corso della quale si è sfiorata la tragedia. Il giudice monocratico Luciano Storace, dopo aver confermato l'arresto, ha disposto la scarcerazione dell'uomo, fissando il dibattimento per il prossimo 9 settembre. In aula è stato possibile ricostruire quanto accaduto sabato sera a Monte Olimpino.

"O mi fare vedere mia figlia o mi sparo"

Gli uomini delle Forze dell'ordine, dopo quasi un'ora, sono riusciti a mettersi in contatto telefonico con la figlia che, a seguito della separazione dalla seconda moglie, può incontrare solo di tanto in tanto alla presenza delle educatrici. Nel corso della telefonata con la figlia l'uomo, frontaliere in pensione, ha scoperto le sue carte: "Ricordati di me - le sussurra con la voce spezzata dalla commozione - e quando sarai grande leggi tutto quello che ti ho scritto". Il commissario capisce al volo che quello è l'epilogo, che l'uomo sta per puntarsi la pistola alla tempia e premere il grilletto. Il poliziotto gli salta addosso, gli prende la mano che impugna la pistola e rovinano entrambi a terra. L'uomo riesce a premere il grilletto per tre volte. La scheggia di un proiettile ferisce al collo un carabiniere. Una ferita di striscio, giudicata guaribile in pochi giorni.

Nella casa di Sagnino, quartiere pedemontano di Como, i poliziotti hanno trovato altre tre pistole, regolarmente detenute, in quanto in possesso di un permesso per il tiro sportivo. L'uomo è rimasto da sabato sera a stamane in camera di sicurezza per porto abusivo d'arma da fuoco e spari in luogo pubblico. Il magistrato inquirente ha escluso l'accusa di lesioni nei confronti del carabinieri.

In aula è emersa anche la triste storia che sta dietro a quanto accaduto sabato sera. A seguito della separazione la figlia, all'età di sette anni, era stata sottratta alla madre in quando non era in grado di mantenerla. E non poteva essere assegnata al padre, in quanto accusato dall'ex moglie di violenza e abusi sulla bimba. Accuse infamanti, smontate dagli inquirenti che hanno assolto l'uomo. Non è bastato per consentire alla bimba di tornare a casa, nonostante la disponibilità di un fratello di 40 anni che l'uomo aveva avuto da un precedente matrimonio.

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