Confine

'Dissequestrate tutto, anche la zanna di mammuth'

La Cassazione dà ragione al proprietario di un incredibile tesoro scoperto nel 2015 in un caveau di Lavena Ponte Tresa

14 febbraio 2019
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Si torna a parlare di una vicenda che nel dicembre 2015 aveva sollevato parecchio clamore: la scoperta a Lavena Ponte Tresa, in una lussuosa villa a ridosso del confine con il Ticino, di un insolito caveau, in cui era custodito un incredibile tesoro fra cui una zanna di mammuth, 94 reperti di interesse paleontologico, 20mila bottiglie di superalcolici, monete d'oro e argento in grani e in lingotti per oltre 60 chilogrammi.

La gran parte del tesoro - stando alla Guardia di finanza di Luino - era stata contrabbandata nell'arco degli anni dal Canton Ticino. Il tutto per 7 milioni di euro. Nel tesoro anche sette immobili, al centro di un'inchiesta amministrativa non ancora terminata, decine di accendini Zippo rarissimi, risalenti agli anni Trenta e Quaranta ed anche l'autovettura con cui Gianni Agnelli si presentò alle nozze di Marella Caracciolo.

La notizia di questi giorni è che la Corte di Cassazione, a seguito del ricorso presentato dall'avvocato Corrado Viazzo, legale del 75enne ex dirigente di banca, proprietario del tesoro, ha revocato la confisca di quanto era stato sequestrato. Una decisione che era nell'aria in quanto due anni fa l'Italia era stata condannata dalla Grande Chambre della Corte europea, in quanto la confisca era stata presa in assenza di elementi reali a cui ancorarla.

La vicenda giudiziaria non è ancora terminata. L'uomo è accusato di ricettazione, riciclaggio, contrabbando, sottrazione all'accertamento  e al pagamento dell'accisa sull'alcol e impossessamento illecito di beni culturali di proprietà dello Stato.

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