Confine

La legionella nel Milanese disorienta le autorità

Si continua a cercare l'origine del focolaio dell'infezione batterica che ha ucciso tre anziani

(Flickr)
27 luglio 2018
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Non si ferma a Bresso la 'caccia' alla sorgente della legionella, mentre sale a 27, rispetto ai 24 casi segnalati ieri, il numero delle persone contagiate dal batterio. L'ultimo caso riguarda una persona di 60 anni, residente nella cittadina, ricoverata nel pomeriggio all'ospedale Niguarda di Milano. Le sue condizioni non sarebbero critiche.

Da Milano il sindaco Beppe Sala rassicura sul fatto che in città si stanno svolgendo controlli "ma non c'è nessun segnale" di contagio e si dice pronto ad aiutare il suo collega bressese Simone Cairo anche "mandando del personale". Dal canto suo Cairo dichiara che la situazione è "sotto controllo" e invita i suoi concittadini a "evitare inutili allarmismi", ma lancia un appello per trovare presto "la causa" dell'epidemia che ormai da una decina di giorni sta allarmando il territorio. Intanto le autorità sanitarie parlano di "curva discendente" dei contagi, ma non escludono la possibilità di nuovi picchi dell'infezione. Resta fermo a tre, fortunatamente, il numero delle persone morte dopo aver contratto il batterio, tutte persone molto anziane e già debilitate da altre patologie.

All'ospedale Bassini di Cinisello Balsamo - dove tra ieri e lunedì si sono verificati i tre decessi - si trovano attualmente 5 pazienti: tutti, riferiscono dall'ospedale, sono in via di miglioramento. A loro si aggiunge una donna di 65 anni, rimasta in osservazione per la giornata di ieri e già dimessa. Al Niguarda, invece, sono stati gestiti 18 casi, compresi i tre nuovi che si sono aggiunti in giornata. Ieri si sono registrate quattro dimissioni e tutti i pazienti ricoverati sono stati dichiarati stabili e in lento miglioramento. Nel frattempo a Bresso proseguono i rilievi sul campo dei sanitari nella abitazioni dei contagiati e in alcuni luoghi pubblici 'sensibili' per individuare l'origine del contagio, che momento resta ignota.

Per domani sono attesi i primi referti ufficiali, anche se il direttore del dipartimento prevenzione dell'Ats di Milano ha già confermato che due campioni d'acqua sono risultati positivi al batterio: uno è stato prelevato nell'abitazione di uno dei malati, l'altro in una fontana pubblica. Per gli inquirenti milanesi - che ieri hanno aperto un'inchiesta al momento senza ipotesi di reato né indagati, coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano - i controlli alla ricerca della fonte dell'infezione, tuttavia, andranno estesi anche in "punti o luoghi di aggregazione" come centri commerciali, banche o uffici postali.

Questo, è stato chiarito, perché le persone contagiate non abitano tutte esattamente nella stessa zona della città. Sempre a Bresso oggi i tecnici del gruppo Cap che gestisce l'acquedotto hanno proceduto in via precauzionale alla sanificazione con il cloro di un pozzo in via Lurani, mentre sul territorio sono stati predisposti dei gazebo informativi e alcuni volontari della protezione civile, muniti di mascherine e tute protettive, hanno iniziato a recarsi nelle case degli anziani non autosufficienti per proporre la pulizia dei filtri dei rubinetti e la sanificazione degli ambienti.

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