Confine

I frontalieri alzano i salari a Como e a Varese

Emerge dallo studio dell'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro. Effetto sull'occupazione. Restano le differenze di genere

(foto Ti-Press)
1 luglio 2018
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È grazie ai frontalieri che Varese e Como risultano essere fra le province in cui i lavoratori guadagnano di più. È quanto emerge dall'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro sulla base dei dati dell'Istat del 2017. Chi fa meglio di tutti è la provincia di Bolzano con 1'500 euro netti mensili, seguita da Varese (1'459), Bologna, Como (1'442) e Milano. Le altre due province con significativa presenza di frontalieri, quali Sondrio e Verbano-Cusio-Ossola, occupano la quattordicesima e la sedicesima posizione con 1'390 e 1'386 euro. La media nazionale è di 1'324 euro.

Lo studio conferma il potere della vicinanza di Ticino e Grigioni. Attualmente i frontalieri varesini sono 30mila, mentre quelli comaschi sono 25mila: rappresentano ben oltre il 10% di coloro che nel periodo preso in considerazione lavoravano nelle due province pendomontane lombarde aggrappate alla ramina. Quanto basta per far comprendere l'incidenza del frontalierato sulla economia di Varese e Como. In entrambe le province, come mostra lo studio, la qualità del lavoro è sostanzialmente buona. Anche la quota di contratti con il 70% risulta alta. Mentre c'è ancora molto da fare sulla differenza di stipendi tra uomini e donne. Gap che si riscontra non solo nella busta paga, ma anche nella carriera. Como sta peggio rispetto a Varese. In riva al Lario la differenza di stipendio è del 29%, nella città giardino è tre punti in meno. A Milano invece la differenza di genere è meno avvertita, con un meno 20%.

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