Confine

Capi d'abbigliamento contraffatti, tra i denunciati un ticinese

In un controllo a Brogeda sono stati trovati foulard Louis Vuitton contraffatti e numerose etichette del celebre marchio. L'inchiesta coinvolge quattro persone

Ti-Press
27 marzo 2018
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Cercando lingotti d'oro, i finanzieri del Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza di Como hanno trovato tre foulard privi di etichetta raffiguranti il marchio Louis Vuitton. Da questo ritrovamento è iniziata un'inchiesta che, condotta a tambur battente, ha portato a interessanti risultati, che promettono sviluppi. Il tutto ha avuto inizio venerdì 23 marzo a Como, poco distante dalla dogana di Brogeda. Le Fiamme gialle hanno assistito allo scambio di un pacchetto che un uomo aveva preso dalla sua Porsche Cayenne, targata Ticino. Pensando ad uno scambio oro-valuta i finanzieri sono intervenuti: nel pacchetto c'erano i tre foulard.

Nell'autovettura di uno dei soggetti controllati, un ticinese sulla quarantina, i finanzieri hanno trovato numerose bustine di plastica contenenti 209 etichette ''Louis Vuitton'', altri due foulard, e soprattutto manoscritti riferiti al commercio di capi e accessori di moda. "Documenti che ci hanno consentito di far luce su una attività del falso", osserva il colonnello Riccardo Scuderi, comandante del Nucleo di polizia economica finanzaria della Gdf di Como. In un capannone di Meda, al confine tra le province di Como e Monza-Brianza, i finanzieri hanno scoperto una fabbrica per la produzione di capi di abbigliamento contraffatti, oltre che altre etichette. Le Fiamme gialle, coordinate dalla Procura di Como, hanno denunciato i quattro componenti del sodalizio criminale, fra cui il ticinese, per il reato di contraffazione, con l'aggravante di essere stato commesso mediante l'allestimento di mezzi e attività organizzate.

Sono stati sequestrati la Porsche Cayenne, quale corpo di reato, l'immobile di Meda, 5'200 capi di abbigliamento falsi (Louis Vuitton, Chanel, Burberry, Gucci, Liu Jo, Fendi e Bulgari), oltre 100 mila etichette, 3 mila cartoncini dei marchi contraffatti e 320 metri di tessuto. A Meda il sodalizio disponeva anche di un ampio atelier espositivo della produzione del falso. Gli investigatori stanno delineando i ruoli ricoperti dai quattro denunciati e la destinazione della merce contraffatta. Che era diretta, quasi certamente, anche verso il mercato svizzero.

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