Confine

Filo spinato all'autosilo Val Mulini. Don Giusto: 'Un campo di concentramento'

29 dicembre 2017
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Anche il filo spinato sulle griglie in metallo montate per recintare tutto il pianterreno dell'autosilo Val Mulini, dove per mesi una sessantina di senza tetto, profughi e migranti in transito, aveva trovato un rifugio per la notte, grazie anche alla solidarietà dei comaschi, che avevano messo loro a disposizione una trentina di tende. Quel filo spinato a don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio, ha ricordato i campi di concentramento. Il sacerdote dell'accoglienza, della solidarietà, come augurio di Natale, ha inviato una foto con un pannello colorato della natività, posizionato davanti alle barriere volute da Palazzo Cernezzi e per le quali il comune di Como ha speso 20mila euro. ''Gesù nasce per abbattere i muri. E a Como non poteva che nascere in Val Mulini dove è stato costruito il più ignobile dei muri – sottolinea il sacerdote –. Gesù è nato per l'accoglienza dei popoli, per rompere le barriere, abbattere i muri. Val Mulini per mesi è stato un posto di accoglienza ''gestito'' dai comaschi, prima ancora che dalle associazioni, che pure sono state presenti. Cittadini che spontaneamente si erano impegnati nell'accoglienza. Medici e infermieri assicuravano un'assistenza sanitaria, altri si preoccupavano di garantire un pasto. Altri ancora avevano messo a disposizione le proprie tende. C'è stato chi ha portato giacconi, pantaloni, maglioni, camice, calze, scarpe e quant'altro era necessario. Un'esperienza che stride con quanto deciso dal sindaco di Como. Ora l'autosilo Val Mulini è diventato un campo di concentramento. Con una differenza: se dai campi di concentramento era impossibile uscire, li è impossibile entrare. Si è voluto trasformare un luogo che era diventato umano in un luogo devastato dall'egoismo''.

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