Confine

Tutti uniti (anche il Ticino) per il depuratore di Porto Ceresio

(MAW Consulting)
3 gennaio 2017
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La strada, al termine della quale c’è la soluzione di un problema dibattuto da anni, finalmente sembra essere quella giusta: il disinquinamento dello specchio d’acqua antistante Porto Ceresio, che anche in occasione della ‘Goletta dei Laghi 2016’ è stato sonoramente bocciato. Conosciuti i dati, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, non usò mezzi termini, asserendo che “tutte le rassicurazioni fornite negli ultimi anni sono state in realtà una presa in giro: ci hanno venduto solo belle parole”. Ora, però, sembra esserci maggiore positività. Questo anche alla luce di un incontro avvenuto recentemente tra il ministro Zali e il sindaco di Porto Ceresio Jenni Santi. «Abbiamo illustrato il progetto che qualche giorno prima avevano consegnato in Regione Lombardia – spiega i contenuti dell’incontro il sindaco –. Il fatto che sia stato apprezzato da Zali, amministratore apparentemente indisponente, ma schietto e concreto» è stato dimostrato anche da una circostanza, ovvero aver «confermato la disponibilità del Canton Ticino a partecipare al finanziamento dei lavori». Questo qualora ci fossero problemi di natura finanziaria.

«C’è di più – continua Santi –: mi ha autorizzato a riferire al presidente Roberto Maroni il cofinanziamento, nella misura che ovviamente dovrà essere ancora stabilita. Cosa che ho già fatto e il governatore è apparso soddisfatto di questi sviluppi». Prendendo spunto dalla campagna elettorale svoltasi nel paese affacciato sul Ceresio, chiediamo al neosindaco se ‘Insieme si può’? «‘Insieme si può’ era lo slogan della lista di cui ero candidato sindaco e insieme con il Canton Ticino si può risolvere questo problema che si trascina da lungo tempo. E non c'è dubbio che occorra coordinarsi con i nostri vicini di casa ticinesi. Nel corso dell’incontro con Zali si sono gettate le basi per uno stretto coordinamento. D’accordo che si chiama lago di Lugano, ma il Ceresio in parte è anche nostro». Un sostegno finanziario, nel caso, anche da parte ticinese, vista la causa, potrebbe godere di ampio appoggio politico. Questo, anche considerando che le risorse potrebbero essere attinte dai ristorni dei frontalieri: denaro che può essere destinato a supportare opere di interesse comune nei paesi di frontiera.

Dunque, spazio al progetto, che «prevede due interventi. Uno riguarda il depuratore di Cuasso al Monte, che deve essere potenziato, in quanto nell’impianto confluiscono grandi quantità di liquidi e tra questi anche acque luride. C’è poi il problema della raccolta delle acque chiare, la cui piena contribuisce a far finire nel bacino idrico quanto non ancora depurato. Occorre anche uno scolmatore per evitare che rifiuti, portati a valle dal torrente Bolletta, finiscano nel lago di Lugano». Costi e tempistica? «Una premessa – risponde –: i due interventi debbono essere realizzati contemporaneamente». Si parla di 2,5 milioni di euro e i lavori non saranno ultimati prima di due anni.

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