Economia

Swatch si scusa per pubblicità controversa in Cina

La campagna ritirata ha suscitato indignazione per un gesto considerato razzista, minacciando il mercato asiatico

19 agosto 2025
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Swatch ha presentato le sue scuse per la recente campagna pubblicitaria, poi ritirata, in cui un modello fa il gesto degli "occhi a mandorla" aiutandosi con le mani, in un gesto visto come un insulto razzista agli asiatici. La controversia ha suscitato profonda indignazione in Cina, il primo mercato in Asia del gruppo orologiero svizzero, dove si sono moltiplicate online le richieste di boicottaggio.

Il South China Morning Post di Hong Kong e altri media statali mandarini hanno ricordato che il colosso elevetico, che produce anche i brand Omega, Longines e Tissot, ha fatto affidamento su Cina, Hong Kong e Macao da cui ha generato nel 2024 circa il 27% delle vendite consolidate. L'azienda ha pubblicato le foto della serie "Swatch Essential" che mostrano un modello asiatico che si tira gli angoli degli occhi verso l'esterno con le dita: il gesto, a lungo usato in Occidente come stereotipo che prende in giro gli asiatici per la forma degli occhi, ha già portato e infortuni simili. La maison del lusso francese Dior è stata criticata nell'aprile del 2023 per aver chiesto a una modella asiatica di posare nello stesso modo.

La reazione in Cina è stata immediata e feroce. La foto è stata caricata sul sito web ufficiale di Swatch nella Repubblica popolare, ma è stata sommersa dalle critiche. Su Weibo, la principale piattaforma social mandarina, alcuni utenti hanno chiesto un boicottaggio del marchio, mentre altri hanno sostenuto che Swatch debba uscire dal Dragone. In risposta, la società ha pubblicato le scuse, sempre su Wiebo: "trattiamo la questione con la massima importanza e abbiamo immediatamente rimosso tutto il materiale correlato nel mondo. Ci scusiamo sinceramente per qualsiasi incomprensione o disagio".

Malgrado le scuse, non è chiaro se la mossa sarà sufficiente a placare la rabbia pubblica e a salvare la reputazione del marchio in Cina. L'incidente è poi l'ultimo passo falso per un'azienda le cui azioni sono crollate di oltre la metà dall'inizio del 2023 e che si trova ad affrontare i dazi del 39% sull'export verso gli Usa. Il fatturato è crollato del 14,6%, a 6,74 miliardi di franchi (8,4 miliardi di dollari) nel 2024 con il calo della domanda in Cina, a causa delle "condizioni di mercato difficili e di una domanda debole di beni di consumo in generale".