Crollo delle esportazioni cinesi di magneti in terre rare a maggio

Le esportazioni cinesi di magneti in terre rare sono crollate anche a maggio, più che dimezzandosi (-52,9%) rispetto ad aprile (-70% su base annua), attestandosi ai livelli più bassi in un singolo mese da febbraio del 2020.

Secondo le Dogane cinesi, le spedizioni si sono fermate a 1.238 tonnellate metriche, nel mezzo delle restrizioni imposte da Pechino nella fase più acuta della guerra commerciale con gli Usa, quella di aprile. La Cina, con una quota intorno al 90%, è il principale produttore mondiale di terre rare, minerali necessari per realizzare magneti essenziali per l'industria automobilistica, elettronica e della difesa.

Da aprile, Pechino ha richiesto agli operatori di ottenere licenze prima di avviare l'export di materiali strategici, con una mossa vista come una ritorsione per la stretta Usa alle importazioni di beni made in China. Molti produttori, soprattutto nel settore automobilistico, hanno lamentato quello che considerano un rilascio sporadico di licenze e segnalato gravi lacune nella supply chain globale.

Le esportazioni sono scese sotto la soglia dei 60 milioni di dollari, raggiungendo il livello più basso dal 2015, al netto degli anni della pandemia di Covid-19, ha riferito Bloomberg. Dopo i recenti colloqui tra Cina e Stati Uniti tenuti a Londra, Pechino ha detto di aver rilasciato un "certo numero" di licenze di esportazione per le terre rare, affermando di aver snellito le procedure e promettendo una loro ulteriore accelerazione.

Il presidente americano Donald Trump ha scritto la scorsa settimana sulla sua piattaforma Truth che "qualsiasi terra rara necessaria sarà fornita, in anticipo, dalla Cina". Pechino ha anche affermato che avrebbe lanciato un "canale verde" per facilitare le esportazioni di terre rare verso l'Unione europea. Tuttavia, secondo i dati delle Dogane cinesi, le spedizioni mandarine di terre rare verso l'Ue sono crollate dell'81% su base annua, mettendo alle corde il comparto delle quattro ruote.