Il tasso guida scende allo 0,25% per contrastare la debole pressione inflazionistica e i rischi economici globali
La Banca nazionale svizzera (BNS) ritocca leggermente al rialzo la sua previsione relativa all'inflazione per il 2025: la crescita dei prezzi in Svizzera viene vista allo 0,4%, a fronte dello 0,3% ipotizzato tre mesi or sono.
In relazione al 2026 il pronostico viene per contro confermato allo 0,8%, mentre viene avanzata una prima stima, di un analogo 0,8%, per il 2027. Le previsioni sono state pubblicate oggi in occasione del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria, che ha portato l'istituito a tagliare il tasso guida allo 0,25%: una flessione di 25 punti base che è stata in linea con quanto atteso dagli esperti.
Sul fronte congiunturale, nel quarto trimestre 2024 la crescita economica è stata solida, a detta degli esperti della BNS. L'istituto conferma la sua previsione di un'espansione del prodotto interno lordo (Pil) per l'anno in corso che dovrebbe essere compresa fra l'1% e l'1,5%. Per il 2026 (prima stima) viene ipotizzato un valore di circa l'1,5%.
Nel suo scenario di base la Banca nazionale si aspetta che nei prossimi trimestri la crescita dell'economia mondiale rimanga moderata. La pressione inflazionistica di fondo dovrebbe continuare a ridursi gradualmente nei prossimi trimestri, soprattutto in Europa.
Il grado di incertezza riguardo a questo scenario per l'economia globale è però attualmente alto, mettono in guardia gli specialisti della BNS. "Il quadro geopolitico e commerciale, in particolare, potrebbe subire cambiamenti significativi e repentini", si sottolinea. "L'aumento delle barriere commerciali, ad esempio, potrebbe comportare un indebolimento dell'evoluzione economica mondiale. Nello stesso tempo una politica fiscale più espansiva in Europa potrebbe stimolare a medio termine la congiuntura".
Con l'odierna riduzione del tasso di interesse la Banca nazionale punta ad assicurare che le condizioni monetarie restino appropriate "alla luce della debole pressione inflazionistica e degli accresciuti rischi al ribasso per l'inflazione". L'entità guidata da Martin Schlegel fa sapere che continuerà a osservare attentamente la situazione e, se necessario, adeguerà la politica monetaria per far sì che l'inflazione a medio termine si mantenga nell'area di stabilità dei prezzi, che l'istituto individua in un intervallo fra lo 0% e il 2%.