Economia

Credit Suisse: rafforzare FINMA e fondi propri

Il Consiglio nazionale approva misure per evitare crisi bancarie future.

18 marzo 2025
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I fondi propri delle banche sistemiche devono essere rafforzati, insieme al ruolo della FINMA, l'Autorità di sorveglianza dei mercati finanziari. Questa è la richiesta emersa dal Consiglio nazionale durante l'esame del rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) sul tracollo del Credit Suisse.

Dopo un dibattito di quasi tre ore, il plenum ha accolto il rapporto della CPI, approvando tutte le proposte parlamentari per prevenire il ripetersi di eventi simili a quelli di due anni fa. Durante la discussione, si è parlato anche di UBS, che ha assorbito il Credit Suisse come soluzione d'urgenza per evitare una crisi finanziaria globale, come ricordato dalla presidente della Confederazione, Karin Keller-Sutter.

Nonostante le resistenze di UBS sul rafforzamento dei fondi propri, Roger Nordmann (PS/VD), nel suo ultimo intervento prima di lasciare il Nazionale, ha esortato a non scendere a compromessi con la grande banca, ma a cercarli internamente per il bene del Paese.

La CPI ha sottolineato che la crisi del Credit Suisse è stata causata da una gestione scellerata del management, con alcune scelte discutibili della FINMA e della politica. La destra ha incolpato i dirigenti del Credit Suisse, sostenendo che gli strumenti per regolamentare il settore bancario esistono già, mentre la sinistra ha criticato gli interventi inadeguati per affrontare future crisi, come quella che potrebbe colpire UBS, e ha criticato il Parlamento, il Consiglio federale e la Banca nazionale svizzera per la loro inazione passata.

La CPI ha presentato quattro mozioni e sei postulati, sostenuti dalla Camera, per dotare la FINMA di maggiori poteri. La vigilanza sulla revisione delle grandi banche dovrebbe essere centralizzata sotto la sua direzione, e la FINMA dovrebbe poter riferire su tutti i procedimenti contro le banche di rilevanza sistemica e applicare efficacemente le proprie decisioni. Inoltre, dovrebbe poter infliggere multe e ordinare una pianificazione anticipata del capitale.

Un'altra misura proposta è limitare le agevolazioni sul capitale e sulla liquidità alle grandi banche. La FINMA ha applicato questo "filtro normativo" al Credit Suisse per la prima volta nel 2019. Tali filtri devono essere trasparenti e limitati nel tempo.

Il plenum ha sostenuto anche altri testi riguardanti la regolamentazione bancaria, sottolineando che la legislazione "Too big to fail" è troppo incentrata sulla Svizzera e che il Consiglio federale dovrebbe considerare le interconnessioni internazionali delle banche di importanza sistemica. Inoltre, la BNS dovrebbe poter imporre misure preparatorie alle banche di rilevanza sistemica in caso di assistenza straordinaria di liquidità.

La camera del popolo ha affrontato anche il tema dei bonus ai manager, chiedendo al Consiglio federale di esaminare misure per garantire che i sistemi di remunerazione delle grandi banche non creino incentivi dannosi. La remunerazione variabile non dovrebbe essere corrisposta in assenza di risultati positivi. Inoltre, il Consiglio federale dovrà esaminare come rafforzare il potere degli azionisti, inclusi quelli piccoli, nelle decisioni importanti per la stabilità del sistema.

I provvedimenti chiesti dalla CPI si sovrappongono a quelli del Consiglio federale, che presenterà le linee guida per la revisione della strategia "Too big to fail" all'inizio dell'estate. Tuttavia, la "ministra" delle finanze, Karin Keller-Sutter, ha avvertito che, nonostante le revisioni regolamentari, non vi è garanzia che simili crisi non possano ripetersi, poiché ogni crisi è diversa.

Il Consiglio degli Stati aveva già affrontato il rapporto della CPI la settimana scorsa, sostenendone tutte le proposte e appoggiando una mozione per limitare le retribuzioni dei dirigenti bancari.